Nepal. Rogo in due campi profughi: oltre 5.000 civili senza assistenza
E’ un evento che desta interrogativi quello verificatosi nei giorni scorsi in Nepal:
due campi profughi nella parte orientale del paese sono andati a fuoco, con un pesante
bilancio di oltre 700 alloggi distrutti e oltre 5.000 persone, fra i quali donne,
bambini, anziani, rimasti senza alcuna assistenza. E quanto denuncia all’agenzia Fides
il Jesuit Refugees Service (Jrs) che opera nella zona occupandosi dell’assistenza
alimentare, sanitaria ed educativa di oltre 30mila profughi provenienti dal vicino
Bhutan e accampati in Nepal, nella zona di confine. Il gesuita padre P.S. Amal, direttore
del Jrs in Nepal, afferma preoccupato: “E’ difficile credere che due incendi si siano
verificati nello stesso giorno, il 22 marzo, contemporaneamente, in due campi profughi.
Ora c’è urgente bisogno di assistenza finanziaria per ripristinare alloggi e servizi
destinati a oltre 5.000 persone del tutto abbandonate a se stesse”. I gesuiti e gli
operatori volontari hanno cercato di domare le fiamme nel campo di Goldhap (che ha
incenerito in poco più di un’ora, oltre 500 tende) e nulla hanno potuto fare quando
è giunta la notizia che stava andando a fuoco anche il campo di Sanischare, dove oltre
180 tende risultano bruciate. Distrutto anche un campo giochi per ragazzi e un ambulatorio
gestiti dai Gesuiti, nonché un centro sanitario della “Association of Medical Doctors
of Asia”. Il governo ha disposto una indagine sull’accaduto e ha istituito un comitato
di emergenza per la prima assistenza ai 5.000 rifugiati colpiti, in collaborazione
con l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, con il Jrs e la Caritas. Giovani volontari
che lavorano con il Jrs hanno iniziato a distribuire viveri, mentre la Croce Rossa
ha distribuito coperte e l’Acnur si sta occupando di ricollocare i rifugiati. Sono
attualmente oltre 69mila i profughi butanesi in Nepal. Oltre 36mila di loro hanno
già raggiunto altri Paesi come Stati Uniti, Australia, Canada o l’Unione Europea.
Quella dei profughi bhutanesi in Nepal è una delle crisi più antiche che coinvolgono
i rifugiati in Asia: all'inizio degli anni '90 oltre 100mila rifugiati lasciarono
il Bhutan in un esodo forzato che ha portato in Nepal un sesto della popolazione bhutanese.
I rifugiati vivono all'interno di sette campi nel Nepal orientale (che il governo
oggi intende gradualmente ridurre). Il Jrs è stata fra le prime organizzazioni ad
occuparsi di loro, garantendo soprattutto il servizio dell’istruzione di bambini e
giovani. Il Bhutan, governato da una monarchia assoluta ereditaria, ha promosso una
politica nazionale basata sul principio “una sola nazione, un solo popolo”, che ha
penalizzato le minoranze etniche e religiose. (R.P.)