La comunità internazionale si interroga sull'opportunità di fornire armi ai ribelli
libici
Ad infiammare le polemiche sulle modalità dell’intervento della coalizione in Libia
è anche il dibattito sulla fornitura di armi ai ribelli per contrastare la resistenza
di Gheddafi. Un’opzione che presenta molti pericoli ed è colma di contraddizioni di
carattere etico. Stefano Leszczynski ha intervistato Giorgio Alba, analista
esperto di questioni relative al disarmo.
R. – La questione
di fornire le armi ad una delle due fazioni, in questo momento, permetterebbe una
eventuale soluzione militare ma, poi, aprirebbe uno scenario difficile da gestire
successivamente al conflitto. Sarebbe difficile sapere chi ha queste armi, cosa succederà,
se queste armi verranno vendute nuovamente e smistate nel mercato africano, andando
ad alimentare ulteriori guerre e conflitti in Africa.
D. - Il business
delle armi è legato a filo doppio a fattori politici, ad interessi politici …
R.
- Non ci dimentichiamo che adesso la questione non è tanto se fornire ai ribelli le
armi ma se continuare a vendere armi alla Libia. Queste armi saranno fornite, ma saranno
fornite in cambio di promesse di contratti futuri, quindi in sostanza saranno vendute.
D.
– Quando parliamo di armi, in genere, si pensa alle piccole armi ma si può pensare
anche in grande e quindi ai sistemi più complessi, sistemi anche relativi agli armamenti
nucleari. Questo è un tema che coinvolge anche l’Occidente …
R. - Quando
parliamo di armi parliamo di mitragliatrici, parliamo di cannoni, ma possiamo pensare
anche alle armi chimiche. Se ne parla poco, ma la Libia è in possesso di queste armi
chimiche e non le sta utilizzando. Altre armi di distruzione di massa sono le armi
nucleari. Se ci spostiamo dalla Libia all’Europa, in Europa troviamo circa 200 bombe
nucleari degli Stati Uniti, posizionate in Paesi come l’Italia, il Belgio e la Germania,
più gli arsenali di Francia, Gran Bretagna e gli arsenali della Federazione russa.
D.
– Il dibattito sul disarmo nucleare in Occidente, in particolare in Europa, va avanti
da parecchi decenni …
R. - Teniamo presente che il trattato Start, recentemente
approvato, regola e definisce cosa sono le armi strategiche, le armi nucleari strategiche;
non si parla delle cosiddette armi nucleari tattiche. Quindi, sostanzialmente, a livello
di trattati, il prossimo trattato che ci potrebbe essere tra Stati Uniti e Russia
potrebbe essere quello che definisce, regola e limita a ed elimina, eventualmente,
le armi nucleari tattiche. (bf)