Ecuador. L’appello dei vescovi per la 'consulta popular': “Votate con coscienza”
In merito alla “consulta popular” che si terrà il 7 maggio, occasione nella quale
gli elettori dell’Ecuador, fuori e dentro del Paese, dovranno rispondere a 10 domande,
la Conferenza episcopale ha ribadito in un documento firmato dal presidente dell’episcopato
e arcivescovo di Guayaquil, mons. Antonio Arregui , la rilevanza della situazione
“poiché si giocano le fondamenta dello Stato di diritto”, in particolare “l’indipendenza
fra le diverse funzioni dei poteri dello Stato, l’organizzazione del sistema giudiziario
e la vigenza reale delle libertà fondamentali”. In Ecuador è in vigore dal 2008 una
nuova Costituzione, sancita con un referendum popolare che ora, con questa consultazione,
secondo quanto ritenuto da molti settori del Paese, ricordano i vescovi, “potrebbe
essere modificata di fatto con un meccanismo improprio”. “Nelle attuali circostanze
che vive l’Ecuador - prosegue la dichiarazione - il governo deve affrontare due gravi
emergenze che attentano al ‘vivere bene’, principio che ispirò la nuova Costituzione:
da un lato l’ondata di violenza che minaccia coloro che desiderano lavorare onestamente
e vivere in pace; dall’altro le difficoltà tra i poteri dello Stato e tra questi e
la società, che non lasciano spazi alla partecipazione della cittadinanza”. Secondo
i presuli, oggi, questi problemi non vengono affrontati e i cittadini, invece, vengono
chiamati a rispondere su questioni rilevanti che dovrebbero essere trattate con serenità
perché è in gioco la democrazia stessa. Tra le questioni di fondo sulle quali i vescovi
richiamano l’attenzione del Paese, l’indipendenza e autonomia dei poteri dello Stato;
la ristrutturazione del potere giudiziario secondo criteri etici e professionali severi;
la libertà di espressione e d’impresa, senza la quale non è possibile una partecipazione
autentica dei cittadini. Perciò l’episcopato lancia un accorato appello in favore
del “dialogo, affinché la cittadinanza possa conoscere con certezza gli argomenti
in favore del ‘si’ e del ‘no’ alle 10 domande cui sarà chiamata a rispondere. Solo
in questo modo si potrà consolidare realmente un’autentica democrazia partecipativa”.
La dichiarazione dell’episcopato si conclude con un’invocazione della protezione del
Signore per la nazione ecuadoriana e con l’auspicio che il “ciascuno voti con coscienza
e guidato dalla ragione e dalla sincerità”. (L.B.)