Coree: Seul concede un primo invio di aiuti umanitari al Nord
Per la prima volta da diversi mesi, il governo sudcoreano ha autorizzato un’Organizzazione
non governativa a inviare aiuti umanitari alla Corea del Nord. Dopo un periodo di
embargo totale, è questo un primo segnale di disgelo, deciso con ogni probabilità
a causa della disastrosa situazione economica e alimentare del regime di Pyongyang.
Il ministero dell’Unificazione di Seoul, che per legge deve autorizzare ogni invio,
ha concesso il permesso alla statunitense Eugene Bell Foundation,che lotta contro
la tubercolosi. L’invio di aiuti umanitari alla Corea del Nord da parte dei due maggiori
donatori (Stati Uniti e Corea del Sud) è stato interrotto dopo le provocazioni militari
ordinate da Pyongyang negli ultimi due mesi. L’affondamento della corvetta sudcoreana
Cheonan, in cui sono morti 46 marinai, e il bombardamento di un’isoletta sotto il
controllo di Seoul hanno fatto infuriare il governo sudcoreano. Il presidente Lee
Myung-bak, presentando l’embargo, aveva dichiarato: “Non ci saranno più aiuti fino
alle scuse ufficiali del regime”. Seoul ha aggiunto, sempre oggi, che prenderà in
considerazione altre proposte di donazioni, anche se non autorizzerà in alcun modo
l’utilizzo dei fondi pubblici. Il cambio di rotta è stato deciso con ogni probabilità
dopo il Rapporto delle Nazioni Unite sulla situazione alimentare e igienico-sanitaria
dello Stato socialista guidato dal "Caro Leader" Kim Jong-il. Una lunghissima carestia,
il gelo invernale e la mancanza di tecnologie agrarie hanno distrutto i raccolti interni.
La pianificazione economica imposta da Pyongyang ha distrutto la misera produzione
industriale del Paese e, ultima goccia, il 25 % del bilancio statale è stato destinato
esclusivamente alla produzione bellica e al sostentamento dell’esercito, uno dei più
numerosi al mondo in proporzione alla popolazione. Secondo fonti dell'agenzia AsiaNews
nel Paese, proprio la popolazione “è arrivata agli sgoccioli. Sono arrivati a mangiare
terra nuda e grasso animale crudo, quando lo trovano, con evidenti ripercussioni sanitarie”.
La Eugene Bell, che da domani riprenderà l’invio di aiuti, è collegata in maniera
molto stretta con la Caritas sudcoreana. Proprio la Caritas dovrebbe presentare a
breve un progetto di sostegno al governo. (R.P.)