Il Papa all'udienza generale parla di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori: misericordia
e bontà vincono lo smarrimento delle coscienze
All’udienza generale, in Piazza San Pietro, Benedetto XVI ha dedicato la sua catechesi
alla popolare figura di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, luminoso testimone della carità,
vissuto a Napoli nel XVIII secolo. Il fondatore dei Redentoristi, ha detto il Papa,
ci ricorda che bisogna avere una visione ottimista della vita, confidando nelle risorse
di bene che il Signore dona ad ogni uomo. Quindi, ha messo l’accento sull’importanza
dell’insegnamento della dottrina morale, che per Sant’Alfonso va sempre accompagnato
da un atteggiamento caritatevole e comprensivo. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Chi prega
si salva”: Benedetto XVI ha richiamato il motto di Alfonso Maria de’ Liguori, Santo
della carità e dottore della Chiesa. Ed ha innanzitutto ricordato come, nonostante
fosse l’avvocato più brillante della Napoli del suo tempo e di ricca famiglia, comprese
che Dio lo chiamava ad un’altra vocazione: essere sacerdote in mezzo ai poveri. Nella
società napoletana del primo ‘700, dunque, il Santo fondatore dei Redentoristi iniziò
un’azione di evangelizzazione tra i più umili:
“Alfonso ottenne ottimi
risultati: nei quartieri più miseri della città si moltiplicavano gruppi di persone
che, alla sera, si riunivano nelle case private e nelle botteghe, per pregare e per
meditare la Parola di Dio, sotto la guida di alcuni catechisti formati da Alfonso
e da altri sacerdoti, che visitavano regolarmente questi gruppi di fedeli”.
Queste
riunioni, ha proseguito, presero il nome di “cappelle serotine”, una vera e propria
“fonte di educazione morale e di risanamento sociale”, tanto che, grazie al suo impegno,
quasi scomparirono i crimini nella città di Napoli:
“Le ‘cappelle
serotine’ appaiono un modello di azione missionaria a cui possiamo ispirarci anche
oggi per una ‘nuova evangelizzazione’, particolarmente dei più poveri, e per costruire
una convivenza umana più giusta, fraterna e solidale”.
Sant’Alfonso
non si fermò tuttavia ad agire nella città, ma entrò in contatto con i contadini e
i pastori delle regioni interne del Regno di Napoli e decise di dedicarsi a queste
persone “povere spiritualmente e materialmente”. Un’azione pastorale che fu poi portata
avanti dai religiosi delle Congregazione da lui fondata. Sacerdoti, ha osservato il
Pontefice, che divennero degli “autentici missionari itineranti”, esortando “alla
conversione e alla perseveranza nella vita cristiana soprattutto per mezzo della preghiera”.
Inoltre, il Santo si oppose ad una visione arcigna e severa di Dio, che sia andava
affermando in quel periodo a motivo della mentalità giansenista. Il Papa ha così messo
l’accento sul ricco insegnamento di teologia morale di Sant’Alfonso:
“Ai
pastori d’anime e ai confessori, Alfonso raccomandava di essere fedeli alla dottrina
morale cattolica, assumendo, nel contempo, un atteggiamento caritatevole, comprensivo,
dolce perché i penitenti potessero sentirsi accompagnati, sostenuti, incoraggiati
nel loro cammino di fede e di vita cristiana”.
Sant’Alfonso,
ha proseguito, “non si stancava mai di ripetere che i sacerdoti sono un segno visibile
dell’infinita misericordia di Dio, che perdona e illumina la mente e il cuore del
peccatore affinché si converta e cambi vita”. Un insegnamento estremamente attuale:
“Nella
nostra epoca, in cui vi sono chiari segni di smarrimento della coscienza morale e
– occorre riconoscerlo – di una certa mancanza di stima verso il Sacramento della
Confessione, l’insegnamento di sant’Alfonso è ancora di grande attualità”.
Il
Papa ha quindi sottolineato quanto per il Santo partenopeo fosse centrale la preghiera,
l’adorazione eucaristica e la devozione mariana. Né ha mancato di ricordare che fu
autore delle parole e della musica del popolare canto natalizio, “Tu scendi dalle
stelle”. Ha infine sintetizzato quale esempio offra questo Santo ai fedeli di oggi:
“Sant’Alfonso
Maria de’ Liguori è un esempio di pastore zelante, che ha conquistato le anime predicando
il Vangelo e amministrando i Sacramenti, unito ad un modo di agire improntato a una
soave e mite bontà, che nasceva dall’intenso rapporto con Dio, Bontà infinita. Ha
avuto una visione realisticamente ottimista delle risorse di bene che il Signore dona
ad ogni uomo e ha dato importanza agli affetti e ai sentimenti del cuore, oltre che
alla mente, per poter amare Dio e il prossimo”.
Al momento dei saluti
ai pellegrini, il Papa ha rivolto un pensiero particolare al nuovo arcivescovo maggiore
di Kyiv, Sviatoslav Shevchuk. In italiano, ha salutato i diaconi dell'arcidiocesi
di Milano e i pellegrini di Acqui, ricordando la loro conterranea, la Beata Chiara
Badano, invitandoli a seguire il suo impegno di “adesione a Cristo e al Vangelo”.
Infine, il Papa ha salutato i rappresentanti della Lega Italiana Calcio, auspicando
che “l’attività sportiva favorisca sempre i valori dell’amicizia, del rispetto e della
solidarietà”.