L’apostolato dei laici nei documenti del Vaticano II: la riflessione di padre Kowalczyk
Il rinnovato impegno dei laici nella vita della Chiesa è uno dei contributi più rilevanti
del Concilio Vaticano II, in particolare del Decreto Apostolicam actuositatem,
pubblicato nel novembre del 1965. Ascoltiamo in proposito il commento del padre
gesuita Dariusz Kowalczyk, nella 21.ma puntata della nostra rubrica dedicata ai
documenti del Vaticano II:
Nel Catechismo
leggiamo: “L’iniziativa dei cristiani laici è particolarmente necessaria quando si
tratta di scoprire […] mezzi per permeare delle esigenze della dottrina […] cristiana
le realtà sociali, politiche ed economiche” (n. 899). In questa prospettiva è chiara
l’affermazione di Pio XII che “i fedeli laici si trovano sulla linea più avanzata
della vita della Chiesa”.
Si dice che il Concilio era molto ottimista
nei confronti del mondo. Però nel Decreto sui laici leggiamo circa i gravissimi errori
che si diffondono e “cercano di abbattere dalle fondamenta la religione, l'ordine
morale e la stessa società umana” (n. 6). E proprio nel contesto di tale valutazione
del tempo contemporaneo viene formulata l'esortazione ai laici ad impegnarsi nell’
evangelica ricomposizione dell’ordine temporale.
Il Decreto Apostolicam
actuositatem indica due aspetti dell’apostolato dei fedeli: la testimonianza personale
della vita e uno sforzo per “annunziare Cristo con la parola sia ai non credenti per
condurli alla fede, sia ai fedeli per istruirli” (n. 6).
Va notato
che il Concilio si rivolge ai giovani che devono divenire i primi e immediati apostoli
dei loro coetanei (cfr. n. 12). “Anche i fanciulli hanno la loro attività apostolica.
Secondo le proprie forze sono veri testimoni viventi di Cristo tra i compagni” (n.
12) – leggiamo nel Decreto.
L’immenso campo di apostolato dei laici
si apre poi all’ambito nazionale e internazionale. “I cattolici esperti in politica
e […] saldamente ancorati […] alla dottrina cristiana, non ricusino le cariche pubbliche”
(n. 14) – incoraggia il Concilio.