Lampedusa al collasso: protesta incrociata di immigrati e isolani. Ci si prepara all'evacuazione
Cresce la tensione a Lampedusa, dove continuano ad arrivare barconi carichi di migranti.
Il numero delle persone giunte dal NordAfrica supera ormai le 6 mila unità. L’isola,
dunque, è sull’orlo del collasso. La popolazione è in stato d’agitazione contro la
mancanza di decisioni da parte del governo e stamani è stato occupato il municipio
dell’isola. Protestano anche gli immigrati. Ci riferisce Giancarlo La Vella:
L’occupazione
stamani del Consiglio Comunale rappresenta l’ultimo grido d’allarme lanciato nei confronti
delle autorità nazionali e locali dai lampedusani. Una protesta veemente la loro,
non contro gli immigrati, gente disperata alla ricerca di una vita migliore e nei
confronti della quale hanno dato vita a continui atti di ospitalità e solidarietà,
ma contro la mancanza di decisioni efficaci da parte del governo. “Non è razzismo,
ma sopravvivenza”, “State distruggendo il nostro futuro”: questi gli slogan dei dimostranti.
E proprio domani è stato convocato il Consiglio dei ministri, per discutere sugli
accordi con la Tunisia e sull’emergenza immigrati a Lampedusa. I locali inoltre –
secondo quanto detto in conferenza stampa dal presidente della Regione Sicilia, Lombardo
– temono la rivolta da parte di chi sta vivendo in condizioni umane disastrose. Intanto
i barconi, quasi sempre fatiscenti gusci di legno, in cui sono ammassati uomini, donne
e bambini, continuano ad arrivare sull’isola e non solo dalla Tunisia. Alcuni, nelle
ultime ore, anche dalla Libia, con a bordo centinaia di eritrei e somali. Intanto,
alla nave militare San Marco, che prosegue la spola per trasferire gli immigrati,
da domani saranno affiancati altri sei piroscafi, per una capacità complessiva di
10 mila persone, con il compito di raggiungere tendopoli e centri d’accoglienza dislocati
in altre regioni italiane. Difficoltà anche a Ventimiglia, al confine con la Francia,
dove si stanno accalcando centinaia di immigrati, già trasferiti da Lampedusa al continente,
che cercano di varcare la frontiera con il Paese transalpino. Parigi, in ottemperanza
alla legge sui respingimenti, non consente loro, tuttavia, di entrare in territorio
francese.
Intanto l’assessore alla Salute della Regione Siciliana Massimo
Russo lancia l’allarme: “se domani l'isola non si svuota perché non arrivano le navi
a Lampedusa avremo una bomba pronta ad esplodere''. Molto attiva in questi giorni
nell’aiuto agli immigrati è stata la Caritas di Agrigento. Alessandro Guarasci
ha sentito il direttore Valerio Landri:
R. – Il nostro
compito è proprio quello di essere presenti per essere vicini, per essere testimoni
di speranza anche per quanti hanno comprato a caro prezzo un biglietto di speranza
che, probabilmente, a breve si trasformerà in una grande delusione.
D.
– Viene detto che Lampedusa già nei prossimi giorni potrebbe in qualche modo essere
svuotata dagli immigrati. Pensate però che si sia intervenuto un po’ tardi?
R.
– Lampedusa è in grado ed è disposta ad accogliere i migranti nella misura in cui
effettivamente possano essere gestiti in maniera dignitosa. Fino a 1500 migranti non
abbiamo avuto alcun genere di problemi e la comunità lampedusana è stata assolutamente
accogliente e ben disposta. Il problema è stato proprio questo ritardo nei trasferimenti
che ha portato ad un numero impressionante: stiamo parlando di circa seimila migranti
presenti sull’isola contemporaneamente.
D. – Come siete intervenuti
come Caritas?
R. – Attraverso un sostegno nella distribuzione degli
abiti, delle coperte e soprattutto una prossimità nei confronti di quelli che vivono
al di fuori del centro e quindi in uno stato di abbandono da questo punto di vista,
vivendo all’addiaccio, senza una coperta e senza riuscire molto spesso ad avere il
cibo per il giorno.
D. – State, a questo punto, pensando anche di cambiare
strategia, perché come sappiamo in Sicilia verranno allestite altre tendopoli...
R.
– Adesso attendiamo queste navi, se davvero arriveranno domani. Proveremo a capire
anche i flussi migratori che vengono dall’Africa, come si evolveranno a seguito degli
accordi dell’Italia con i Paesi del Nord Africa. Certamente se si dovesse prevedere
una presenza straordinaria di migranti sul territorio dell’isola siciliana, proveremo
anche ad immaginare nell’ambito del territorio agrigentino un’attività di intervento
e di sostegno alle forze governative, comunque all’organizzazione ministeriale in
questo campo. (ap)