La reazione degli estremisti islamici in Pakistan al rogo del Corano del pastore
Jones
È di due fedeli uccisi, altrettante chiese assaltate, copie della Bibbia date alle
fiamme e diverse manifestazioni anticristiane che si sono succedute in diverse città
del Pakistan, il bilancio delle reazioni dei fondamentalisti islamici al rogo del
Corano attuato in Florida, negli Stati Uniti, dal pastore Terry Jones. “Un fanatico
che promuove un’ideologia violenta – lo ha bollato il vescovo di Islamabad-Rawalpindi,
mons. Rufin Anthony, intervistato dall'agenzia AsiaNews – mentre la dottrina cristiana
insegna tolleranza e amore”. Venerdì una folla di estremisti ha attaccato una chiesa
pentecostale a Hyderabad, inneggiando slogan anticristiani e antiamericani; a Lahore,
invece, nella zona di Badami Bagh, è stata attaccata la Full Gospel Assembly Church.
Manifestazioni sono state improvvisate anche in altre città, come Peshawar e Islamabad,
dove sono state bruciate Bibbie e immagini del pastore americano. La comunità cristiana
pakistana, inoltre, pur nella paura di questi giorni, si è mostrata solidale con i
fedeli musulmani, condannando il gesto del pastore Jones: “I cristiani sono innanzitutto
pakistani – ha sottolineato padre Anwar Patras, sacerdote cattolico – siamo nati in
questa terra e qui saremo seppelliti, non abbiamo alcun rapporto con Jones o con le
sue idee malate”. Infine, il sacerdote ha espresso il proprio cordoglio per i cristiani
uccisi e ha rinnovato i timori per la propria comunità. (R.B.)