Mostra a Roma per i 20 anni del ristabilimento dei rapporti tra Bulgaria e Santa
Sede
“Dalle icone bulgare ai tessuti dell’arte contemporanea, un percorso affascinante
delle tradizioni di un popolo attraverso il tempo”: questo il tema della Mostra “L’Anima
di un popolo” inaugurata in questi giorni al Piano nobile del Palazzo del Vicariato
Maffei Marescotti a Roma, in occasione del 20.mo anniversario del ristabilimento dei
rapporti diplomatici tra Bulgaria e Santa Sede. La mostra presenta alcune riproduzioni
delle più famose icone del XVI e XVII secolo, concesse per l’occasione dalla Comunità
Ortodossa Bulgara “Santi Cirillo e Metodio di Roma” e da alcuni rappresentanti della
comunità bulgara. Inoltre arazzi, sculture e installazioni di due artiste contemporanee
bulgare di prestigio internazionale, Tania Kalimerova e Marussia Kalimerovi:
si tratta di una delle poche proposte dedicate all’affascinante arte della fibra,
così amata e sentita in Bulgaria.
La mostra conferma gli ottimi rapporti fra
la Bulgaria e la Santa Sede, ha detto durante l’inaugurazione Nikola Kaludov,
ambasciatore bulgaro presso la Santa Sede. Questo anniversario, ha aggiunto, segna
“un nuovo periodo di collaborazione fra la Bulgaria e la Santa Sede nell’affermazione
dei valori universali basati sulla fede per servire la causa della pace e della giustizia”:
“In
qualità di membro dell’Unione Europea, la Bulgaria ora è chiamata con le altre nazioni
europee a promuovere e testimoniare quelle radici cristiane che discendono dagli insegnamenti
dei Santi Cirillo e Metodio, ancor oggi quanto mai attuali e necessari. Oggi siamo
obbligati a considerare le radici della nostra cultura e società più profondamente
che in qualunque altro momento del secolo scorso”.
Infatti, la Bulgaria
è stata uno dai primi Paesi europei che ha aderito alla mozione italiana in difesa
del Crocefisso nel caso “Lauzi” alla Corte europea.
La mostra è stata organizzata
con la collaborazione del Vicariato di Roma e dall’Opera Romana Pellegrinaggi che,
secondo il suo vice presidente, mons. Liberio Andreatta, rappresenta il primo
segno di un dialogo con la Bulgaria. Come si colloca dunque la Bulgaria nell’Opera
Romana Pellegrinaggi:
“Noi abbiamo sempre fatto i nostri itinerari all’interno
della Bulgaria, nei Santuari, nei grandi conventi, monasteri attraverso la spiritualità,
la musica, il canto, la liturgia. La Bulgaria è un punto di riferimento per il pellegrino
molto importante. Ma la vogliamo inserire in un cammino dell’Europa. Noi abbiamo come
obbiettivo i tre grandi Santuari del mondo: Gerusalemme, Santiago e Roma. Ecco il
cammino di Gerusalemme passa attraverso la Bulgaria. Noi lo stiamo organizzando e
preparando anche in ricordo di Papa Giovanni XXIII, che da nunzio in Bulgaria fece
quel pellegrinaggio sul dorso di un mulo assieme ad un gruppo di pellegrini verso
Gerusalemme. Quindi questa unità di popoli, di culture, di intenti per poter costruire
insieme una civiltà dell’Europa che abbia la coscienza di quell’unità nel rispetto
delle diversità”.
Ospite d’Onore il direttore dei Musei Vaticani, prof.
Antonio Paolucci. A lui abbiamo chiesto come si colloca l’arte tessile delle sorelle
Kalimerovi in questo 20.mo anniversario dei rapporti tra la Santa Sede e la Bulgaria:
“Tania
e Marussia Kalimerovi sono due artiste bulgare che però sono ben conosciute in Italia.
A Roma hanno fatto mostre, sono riuscite a farsi conoscere e sono molto apprezzate
perché loro hanno saputo portare, qui da noi a Roma e in Italia, il sapore, il profumo
del loro Paese. La Bulgaria è un Paese molto colorato, la tradizione tessile è molto
antica: risale al mondo bizantino, a quello turco-islamico, a quello slavo. Tutto
questo vuol dire una straordinaria profusione di colori e di tessuti. Loro, utilizzando
il mezzo espressivo del tessuto, che governano in modo meraviglioso riescono davvero
a restituirci il fascino del loro Paese. Ecco perché io sono venuto qui. Perché volevo
esprimere la mia ammirazione e la mia gratitudine a queste due giovani artiste della
Bulgaria”.
I rapporti tra la Santa Sede e la Bulgaria hanno radici antiche.
I legami tra il Paese e Roma si instaurano nell’anno 863, quando il re bulgaro Boris
I proclama il cristianesimo come religione ufficiale. Il sostegno del papato per lo
sviluppo del cristianesimo è immenso e i risultati rimarranno nel tempo. Proprio il
cristianesimo conduce la Bulgaria fuori da un isolamento politico religioso, trasformandola
in un elemento importante nei rapporti politico-religiosi europei. (A cura del
Programma Bulgaro)