Cortile dei gentili a Parigi: i commenti del cardinale Ravasi e padre Lombardi
L’evento di Parigi è stato un successo. Una manifestazione intensa che ha visto una
grande e attenta partecipazione. Su questo appuntamento francese del Cortile dei gentili,
Jean-Charles Putzolu ha intervistato il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente
del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha organizzato l’incontro:
R. – La mia
impressione è triplice: da una parte, l’incontro a Parigi è stato per eccellenza l’incontro
con una città-simbolo, che nella tradizione è la città della laicità, quindi della
libertà, dell’indipendenza tra Chiesa e Stato e, devo dire, che questo incontro ha
rivelato, invece, una particolare attenzione e sensibilità. Una seconda considerazione
riguarda i temi che sono stati tutti di alto livello e si sono svolti nei vari luoghi,
con tagli diversi ma anche con molta passione. La terza esperienza, la terza sensazione
è quella che l’incontro di Parigi diventa veramente un modello che, però, dovremo
continuamente trascrivere in altre forme per altre città, tenendo conto soprattutto
di questo punto terminale serale, quando il coinvolgimento è anche veramente con la
massa, con la folla, con l’orizzonte più ampio. Di fatti, in futuro dobbiamo affrontare
non soltanto l’ateismo o le domande che i non credenti di alto profilo pongono, ma
anche – forse – la superficialità, l’assenza di domande nei confronti della fede che
spesso si registrano a livello più basso.
D. – Si è sentito spesso dire
da parte dei partecipanti, in questi giorni, che c’è un desiderio di proseguire, di
continuare questa iniziativa …
R. – La richiesta è molto forte, tant’è
vero che ho voluto affidare al Collège des Bernardins di Parigi il progetto, in modo
tale che sia un’istituzione della Chiesa cattolica francese che la continui. Infatti,
noi della Santa Sede veniamo solo per deporre un seme, un germe; sarà compito loro
farlo poi fiorire. Nel frattempo, abbiamo avuto dalle città che ci attendono – come
Stoccolma, come Tirana, Praga, Québec e Firenze – abbiamo avuto presenze proprio qui
a Parigi, che sono venute a verificare e già abbiamo avuto domande sulle modalità
che vorremmo certamente applicare in modo diverso da queste.
D. – Parigi
non era un successo garantito. E’ stata una scelta forte, da parte sua …
R.
– E’ stata una scelta un po’ rischiosa, questo è vero! Ma vorrei dire che il rilievo
è tale da essere rappresentato, per quanto riguarda il risultato positivo, da un fatto,
un piccolo episodio. Uno dei maggiori filosofi francesi non credenti, Luc Ferry, ha
chiesto un incontro con me perché vuole che insieme a lui, con uno dei maggiori editori
francesi, facciamo un testo comune – e questa è la cosa curiosa – sul Vangelo di Giovanni.
D.
– E quindi il seme piantato a Parigi, già da frutti?
R. – L’interesse
è proprio caratteristico, anche perché il “cortile”, a differenza del “palazzo” e
del “tempio” - che sono chiusi con la loro ricchezza interna - il “cortile” è aperto.
Quindi, ci si guarda negli occhi, ci s’incontra, si dialoga e il respiro della ragione
e della fede s’intreccia e può costruire armonie colorate. (gf)
Sul videomessaggio
del Papa ascoltiamo il nostro direttore generale, padre Federico Lombardi,
nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo
Vaticano:
“Voi volete
stare insieme per incontrarvi e dialogare a partire dai grandi interrogativi dell’esistenza
umana”. “Voi non credenti, volete chiamare in causa i credenti, esigendo da loro la
testimonianza di una vita coerente con ciò che essi professano e rifiutando qualsiasi
deviazione che renda disumana la religione…Voi credenti, volete dire che la questione
di Dio non è un pericolo per la società, non mette in pericolo la vita umana! La domanda
di Dio non deve essere assente dai grandi interrogativi del nostro tempo”. “Avete
tanto da dirvi gli uni agli altri…Credo profondamente che l’incontro tra la realtà
della fede e della ragione permetta all’uomo di trovare se stesso”. Benedetto XVI
si rivolge così a credenti e non credenti – soprattutto giovani - in dialogo sul sagrato
di Notre-Dame di Parigi, con un appello appassionato alla ricerca comune della via
verso l’Assoluto, senza paure e diffidenze reciproche. Un messaggio tutto e solo positivo,
incoraggiante, per distruggere le barriere. Il Dio conosciuto nella fede è pur sempre
un Dio misterioso, e i suoi adoratori non si sentono affatto lontani da chi cerca
veramente un Dio sconosciuto. Perciò il Papa invita tutti a non avere paura e a percorrere
insieme “il cammino verso un mondo nuovo”. Cammino faticoso e “senza scorciatoie”,
ma cammino entusiasmante “di libertà, uguaglianza e fraternità”. Parole di grande
speranza. Papa Benedetto ci ha detto fin dal primo giorno del suo pontificato che
la questione di Dio è la prima di tutte. E che ci riguarda tutti, senza distinzioni
e limiti. Riusciremo ad approfondirla di nuovo, insieme? Il “Cortile dei gentili”
è un ottimo luogo di partenza per questo cammino.