2011-03-26 15:52:17

Algeria: 15 anni fa la strage dei 7 monaci trappisti di Tibhirine


Quindici anni fa, nella notte fra il 26 e il 27 marzo 1996, sette dei nove monaci trappisti che formavano la comunità di Tibhirine, località a sud di Algeri, venivano rapiti da un gruppo terroristico. Il 21 maggio di quello stesso anno, dopo inutili trattative, il sedicente “Gruppo Islamico Armato” annunciò la loro uccisione. Le loro teste furono ritrovate qualche giorno dopo, ma mai i loro corpi. Il servizio di Fabio Brenna:RealAudioMP3

Da quel tragico fatto, il monastero non può più contare su una presenza monastica stabile. Ma in tutti questi anni è rimasto aperto, come segno di speranza ed eredità vivente del messaggio dei sette martiri. Una continuità garantita dal “giardiniere di Tibhirine”, ovvero padre Jean-Marie Lasausse, prete della Mission de France. Proprio in questi giorni è uscito in libreria, per i tipi della “San Paolo”, la versione italiana del suo libro di memorie e testimonianza, intitolato “Il giardiniere di Tibhirine”, curato da Anna Pozzi, giornalista di “Mondo e Missione”. Padre Jean Marie lo ha presentato a Milano, dove lo abbiamo incontrato, chiedendogli innanzitutto qual è l’eredità dei sette monaci a 15 anni di distanza dal loro martirio:

R. – Ce qui reste aujourd’hui de la présence des moins pendant 60 ans a Tibhirine …
Quel che resta oggi di una presenza di circa 60 anni di monaci cistercensi, monaci cristiani che hanno vissuto in un contesto musulmano, è innanzitutto il legame profondo con la popolazione; un legame che, ancora oggi, mi viene testimoniato dalla gente del posto che continua a dire che questi monaci amavano profondamente la popolazione.

D. – Quali sono le attività che permettono di tenere aperto ancora oggi il monastero di Tibhirine?

R. – Un monastère cistercien on peut le décrire par des hommes …
La presenza di un monastero in un contesto come quello di Tibhirine è una presenza innanzitutto di una comunità con i piedi ben saldi sulla terra, perché erano essenzialmente una comunità di agricoltori, con le mani rivolte in preghiera al cielo. Oggi noi diamo continuità a questo lavoro agricolo, ma al tempo stesso cerchiamo di mantenere le porte aperte ai visitatori e di portare avanti alcuni progetti di sviluppo attraverso un’associazione, “Gli amici di Tibhirine”. Oggi Tibhirine resta un luogo di preghiera e celebrazioni secondo le richieste dei visitatori e dei pellegrini, in un contesto essenzialmente arabo-musulmano. Non bisogna dimenticare che l’Algeria è un Paese che ha seri problemi, soprattutto dal punto di vista dell’agricoltura; per questo, noi ci riproponiamo di essere anche un piccolo polo di sviluppo.

D. – La vicenda dei monaci trappisti assassinati ha ispirato lo scorso anno il film, pluripremiato in Francia, “Uomini di Dio”. Che ne pensa padre Jean-Marie?

R. – Les échos sont un peux différents, évidemment. …
E’ stato accolto, ovviamente, in maniera diversa. Il film è stato globalmente bene accolto in tutti i Paesi francofoni e se n’è parlato molto, anche perché ci sono legami molto stretti tra l’Algeria e la Francia che derivano da 138 anni di colonizzazione e dal fatto che molte famiglie algerine hanno parenti in Francia. Quindi, nel bene e nel male, esiste un legame molto forte. Nei Paesi vicini, come Tunisia e Marocco, il film è stato proiettato e complessivamente l’accoglienza è stata positiva; la stessa cosa non vale per l’Algeria, dove in realtà sul film c’è stato il silenzio stampa … (gf)







All the contents on this site are copyrighted ©.