Il libro Gesù di Nazaret di Benedetto XVI al centro dei Dialoghi in Cattedrale
Il secondo volume su Gesù di Nazaret di Papa Benedetto XVI è stato ieri sera l’argomento
di discussione dei “Dialoghi in Cattedrale” nella Basilica di San Giovanni in Laterano
a Roma. Un’occasione di confronto sul testo, nato dalla personale ricerca spirituale
del Pontefice e un’opportunità per riaffermare la centralità della Risurrezione di
Cristo nella fede e nella storia. Il servizio di Michele Raviart.
Un’opera
imponente, un impegno ammirevole per “rendere accessibile la figura di Gesù agli uomini
che rischiano di essere travolti dalle bufere del tempo e della storia”. Così mons.
Gerhard Muller, vescovo di Ratisbona, ha definito ieri sera il secondo
volume del “Gesù di Nazaret” di Papa Benedetto XVI, oggetto del secondo dei “Dialoghi
in Cattedrale” nella Basilica di San Giovanni in Laterano:
“Il Papa
dice a tutti noi che l’amore per Gesù è la cosa più importante dell’esistenza umana.
La storicità di tutti gli eventi evangelici, della crocifissione, della resurrezione
... sono la base della fede cristiana. Non si tratta di un’ideologia, non siamo una
religione basata su un libro, siamo una comunità che crede in una persona che è Gesù”.
Una
storicità incontrovertibile dovuta alla reale autorivelazione di Dio nel mondo, che
nel libro del Pontefice, impone il superamento del metodo storico-critico e il ritorno
della teologia nell’esegèsi biblica. Un concetto ribadito anche dal cardinale
vicario Agostino Vallini:
“Il Papa fa capire che, in fondo,
quel metodo critico, applicato secondo i suoi parametri storici, non ha più nulla
da dire. Questo è un libro bellissimo. Fa molto riflettere ed entusiasma, non solo
per la fondatezza delle argomentazioni – e non poteva essere diversamente dinanzi
ad un teologo di questa levatura, qual è il Santo Padre - ma anche perché si sente
l’afflato del pastore che, attraverso l’annuncio di una teologia solida, vuole aiutare
la riflessione spirituale e – direi – l’adesione di fede”.
Quid est
veritas? chiese Pilato a Gesù che affermava di essere venuto al mondo per rendere
testimonianza alla verità. Ed è proprio la verità la categoria della quale deve riappropriarsi
la politica, che rischia di essere un mero esercizio di potere senza la verità cristiana
dell’uomo-persona creato da Dio. Il prof. Marcello Pera, docente
di Filosofia alla Pontificia Università Lateranense:
“Nel parlare del
processo a Gesù, Benedetto XVI solleva il problema della verità e in particolare la
domanda se sia possibile convivere in Stati senza ammettere la dimensione della verità.
Io credo che questo sia un tema fondamentale per l’uomo moderno, che ritiene invece
si possa vivere senza la verità o perché la verità viene negata oppure perché si ritiene
che le verità siano tutte equipollenti. Riflettere di nuovo su chi fosse Gesù, significa
anche recuperare le radici cristiane dei nostri Paesi”.(ap)