2011-03-24 15:48:52

Sale la protesta in Siria: atteso un importante annuncio del presidente Assad


Nuova recrudescenza delle proteste governative che da alcuni mesi scuotono diversi Paesi del mondo arabo. Altissima la tensione in Siria dove gli attivisti per i diritti umani denunciano l’uccisione di circa 100 dimostranti negli scontri di ieri a Dara con le forze di sicurezza. Il presidente Assad - ha annunciato un suo consigliere - farà a breve un annuncio importante per soddisfare le richiesta del popolo. In Yemen approvato lo stato di emergenza mentre l’opposizione continua a chiedere le dimissioni immediate del presidente Saleh. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Almeno 20mila persone hanno partecipato stamane ai funerali dei manifestanti uccisi ieri a Daraa, città tribale siriana nei pressi del confine con la Giordania. Slogan in favore della libertà e contro il governo hanno accompagnato il corteo funebre di nove delle 25 giovani vittime accertate da fonti mediche siriane. Molto più grave il bilancio fornito da militanti per i diritti dell'uomo e testimoni che parlano di circa 100 persone rimaste uccise nell’assalto alla moschea della cittadina che, da oltre una settimana, era teatro di proteste contro il regime di Assad e del partito Baath, al governo da quasi 50 anni. Le violenze sono state condannate da Stati Uniti e Onu. Il primo ministro turco Erdogan, invece, ha messo in guardia il presidente siriano Assad invitandolo ad “attuare le riforme necessarie”. Le autorità di Damasco hanno, dal canto loro, accusato “parti straniere” di “aizzare la sommossa”, riferendosi implicitamente alla Giordania. Intanto, per domani, venerdì di preghiera musulmana, è stata indetta sui social network dei dissidenti una “mobilitazione di massa” in tutte le regioni del Paese. Altissima tensione anche in Yemen dove ieri il Parlamento ha approvato lo stato d’emergenza, decretato venerdì dal presidente, Ali Abdullah Saleh. Nel tentativo di placare la richiesta di sue dimissioni, il capo di Stato ha offerto un referendum costituzionale, elezioni parlamentari e nuove elezioni presidenziali, da tenersi entro la fine dell’anno. L’opposizione, tuttavia, non è intenzionata a cedere e domani tornerà a manifestare con un grande corteo nella capitale Sana’a.


Tensione anche in Algeria. Ieri, almeno 40 persone sono rimaste ferite in violenti scontri scoppiati ad Algeri tra giovani e forze dell’ordine. Alla base delle proteste, l’emergenza casa. Nel Paese nordafricano, infatti, la crisi abitativa è un problema endemico: oltre 500 mila famiglie abitano in case in declino intorno ai centri abitati, soprattutto nella capitale algerina.







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