In Orissa continuano le persecuzioni contro i cristiani. Lo scorso 10 marzo - riferisce
l'agenzia AsiaNews - è scomparso Angad Digal, cattolico di Mondasoro (Kandhamal).
Fonti locali affermano che l’uomo è stato ucciso a Tilakapanga, dove si era recato
insieme con alcuni conoscenti indù. Da giorni, familiari, volontari e attivisti per
i diritti umani della diocesi di Cuttack stanno cercando il corpo, ma a tutt’oggi
non è stato ancora trovato. Padre Laxmikant Pradhan spiega che solo uno dei due uomini
sospettati di omicidio è stato arrestato. “L’inerzia delle autorità – afferma – non
fa che peggiorare la situazione della famiglia e di tutti i cristiani di Kandhamal”.
Il sacerdote sottolinea che la popolazione è sotto shock e ha paura. “Occorre trovare
il cadavere di Digal – afferma - e porre fine a questa cultura di impunità”. Dopo
i pogrom anticristiani del 2008 gli estremisti indù, hanno continuato a minacciare
e spesso uccidere cattolici e tribali, nell’indifferenza generale delle autorità.
Per paura di ritorsioni, la popolazione ha timore a sporgere denuncia e la maggior
parte dei casi di omicidio restano senza colpevole e sono ignorati dalle forze dell’ordine.
Fratel Markose, monfortiano e avvocato delle famiglie vittime dei pogrom, racconta
ad AsiaNews che la polizia ha reso noto lo scorso 20 marzo l’uccisione di Mathew Sunamajhi
e di suo figlio, avvenuta il 25 agosto 2008. Entrambi sono stati torturati e ammazzati
dai radicali indù durante le violenze di Kandhamal, ma a tutt’oggi nessuno aveva denunciato
il fatto per paura di ritorsioni. Secondo fratel Markose è impossibile contare tutti
i casi di omicidio, scomparsa e violenza avvenuti in questi anni. “Molti – afferma
- stanno venendo alla luce solo ora e la Chiesa sta non si stanca di seguire queste
vicende per dare giustizia alle vittime”. (R.P.)