In un libro le conversazioni di Giovanni Paolo II con i giornalisti in aereo
Un Papa inusuale, tanto profondo quanto schietto e ironico. E’ quanto emerge dal volume
“Compagni di viaggio. Interviste al volo con Giovanni Paolo II” di Angela Ambrogetti,
presentato ieri nella sede della nostra emittente. Il volume, edito dalla LEV, è una
raccolta delle conversazioni che Papa Wojtyla intrattenne con i giornalisti durante
i lunghi tragitti aerei dei suoi viaggi. Testimonianze inedite che vengono ora alla
luce dagli archivi della Radio Vaticana. Il servizio di Michele Raviart.
(conversazioni
tra Giovanni Paolo II e i giornalisti) D. - Come va? La vedo abbastanza
riposato nonostante la grande fatica … R. - Faticano al mio posto
i giornalisti, povera gente!
D. - Ci ha chiamato “compagni di
viaggio”, in che senso? R. - Perché viaggiamo nello stesso aereo,
no?
D. - Quali sono gli obiettivi di questo viaggio? R.
- Si cerca di portare una testimonianza di fede!
“Compagni di viaggio”.
Così Giovanni Paolo II definiva i giornalisti che lo seguivano nei lunghi voli intercontinentali
attraverso il mondo e con i quali il Pontefice intratteneva lunghe conversazioni,
a metà tra la ritualità di una conferenza stampa e l’informalità di un dialogo tra
passeggeri. Conversazioni pubbliche, scrupolosamente registrate negli archivi della
Radio Vaticana e rimaste inedite fino alla pubblicazione di questo libro, che raccoglie
e seleziona i momenti più significativi di questi incontri, che hanno formato negli
anni una sorta di “magistero volante”. Padre Federico Lombardi,
direttore della Radio Vaticana:
“La Radio Vaticana è colei che con i
suoi tecnici ha registrato tutte queste conversazioni che sono certamente uno dei
materiali piuttosto interessanti, nuovi, del Pontificato di Giovanni Paolo II che
noi conserviamo come un tesoro e che non erano stati trascritti e pubblicati integralmente.
Il fatto di riscoprirli sistematicamente ti dà una visione del modo in cui Giovanni
Paolo II comunicava che è estremamente interessante e veritiero”.
Una
consuetudine che nasce dall’azzardo di un giornalista americano, che irritualmente
si rivolse a Papa Wojtyla durante il suo primo viaggio a Santo Domingo nel 1979, chiedendo
quando il Pontefice avrebbe visitato gli Stati Uniti. Da lì un’abitudine che è continuata
regolarmente lungo quasi tutti i viaggi del Pontificato e che restituisce un’immagine
di un Papa chiaro, disponibile, a tratti ironico, ma sempre animato dall’impeto di
portare il Vangelo nel mondo. Angela Ambrogetti, autrice del
libro:
“Quest’uomo, totalmente uomo e totalmente Papa, sapeva benissimo
come usare le parole e sapeva anche rispondere in una maniera asciutta e secca se
ce n’era bisogno, con un grande sorriso. Sapeva usare il mezzo dell’ironia o il mezzo
dell’approfondimento filosofico nella risposta a certe domande. Quindi, riusciva a
mettere insieme queste due dimensioni rendendo la comunicazione a 360 gradi”.
“Io
non sono un politico”, ripeteva spesso Papa Wojtyla ai giornalisti che chiedevano
insistentemente quali conseguenze avrebbero portato i suoi viaggi nei Paesi che andava
a visitare. “Io vado solo a pregare e a incontrare la gente che amo tanto”, rispondeva
il Pontefice che si rammaricava di non poter visitare questo o quel Paese, ciascuno
degno della visita del Papa indipendentemente dal numero di cristiani presenti. Il
cardinale Roberto Tucci, organizzatore della maggior parte dei viaggi di
Giovanni Paolo II:
“Questo volume ci dà il Papa nella sua spontaneità,
molto più dei discorsi. I discorsi ci illustrano meglio il suo pensiero ma le risposte
ai giornalisti dimostrano che il Papa non aveva nessuna paura di incontrare i giornalisti
e, poi, la capacità di rispondere bene, subito, in diverse lingue, e normalmente non
era evasiva la risposta del Papa. Anche se qualche volta qualche domanda lo irritava,
lui rispondeva lo stesso, con un po’ di ironia ma senza turbarsi. Questo volume ci
fa conoscere questo Papa forse meglio di qualsiasi altra biografia”.