I vescovi del Pakistan condannano il rogo del Corano negli Usa
I vescovi del Pakistan, riuniti a Multan per l’Assemblea dell Conferenza episcopale,
hanno condannato fortemente l’incidente del rogo del Corano, compiuto due giorni fa
negli Stati Uniti dal Pastore Terry Jones, già assurto agli onori della cronaca internazionale
nel settembre 2010 per aver minacciato di compiere tale gesto sacrilego. “Come vescovi
del Pakistan lo condanniamo fermamente: è un gesto che non rispecchia in nessun modo
i valori cristiani o la dottrina della Chiesa. Constatiamo con dispiacere che qualcuno
che si definisce Pastore non conosca la sua religione né la normale decenza” afferma
un comunicato inviato all’agenzia Fides. “Secondo l’autentico messaggio della loro
fede, i cristiani sono obbligati a rispettare le altre fedi e gli altri popoli” prosegue
il testo. “Il fondamentalismo o l’estremismo in ogni religione sono deplorevoli, costituiscono
una minaccia alla pace e all’armonia fra i credenti di fedi diverse: vi sono più punti
in comune che differenze fra i credenti delle varie fedi”. I vescovi invitano il governo
degli Stati Uniti a prendere opportuni provvedimenti e chiedono a tutti i cittadini
del Pakistan, cristiani e musulmani, di offrire un risposta civile, senza “aggiungere
benzina sul fuoco”. L’evento del rogo del Corano è giunto nel bel mezzo dell’assemblea
dei vescovi che, in una settimana di lavori (dal 20 al 25 marzo) stanno discutendo,
fra l’altro, delle condizione dei cristiani in Pakistan – con i relativi problemi
pastorali – del “martirio” di Shahbaz Batti (potranno inviare richiesta formale alla
Santa Sede di riconoscerlo), dei problemi del dialogo interreligioso. (R.P.)