Benedetto XVI all'udienza generale: il mondo ha bisogno di pace, i credenti siano
pacificatori
Oggi il mondo ha tanto bisogno di pacificatori. Lo ha detto questa mattina Benedetto
XVI durante l’udienza generale, la prima di quest'anno tenuta in Piazza San Pietro.
Il Papa ha incentrato la catechesi sulla figura di San Lorenzo da Brindisi, insigne
dottore della Chiesa del 16.mo secolo e grande evangelizzatore, che insegna ai cristiani
di oggi, ha detto, a difendere il messaggio di Cristo “dall’indifferenza religiosa”.
Il servizio di Alessandro De Carolis:
Non esiste
un cristiano degno di questo nome che non sia un uomo di pace. E non esiste un’epoca
nella quale questa precisa testimonianza cristiana non sia più che necessaria. La
considerazione di Benedetto XVI scaturisce dall’interno di una catechesi su un personaggio
di grande calibro della Chiesa del passato – quella della seconda metà del 1500 –
ma i cui insegnamenti valgono tutti per quella del presente. San Lorenzo da Brindisi,
ha spiegato il Papa, è un religioso Cappuccino intelligente, poliglotta, “predicatore
efficace”, che conosce a menadito la Bibbia e pure la letteratura rabbinica, al punto
da suscitare “ammirazione e rispetto” tra gli ebrei più dotti. Ma da buon seguace
di Francesco di Assisi, il religioso è un “uomo di pace”, che semina ovunque si trovi
o sia inviato. Caratteristica messa bene in risalto dal Papa:
“Oggi,
come ai tempi di san Lorenzo, il mondo ha tanto bisogno di pace, ha bisogno di uomini
e donne pacifici e pacificatori. Tutti coloro che credono in Dio devono essere sempre
sorgenti e operatori di pace”.
Una qualità di san Lorenzo da Brindisi
era quella di farsi capire dalla gente umile grazie – ha detto il Pontefice – alla
“sua esposizione chiara e pacata”. Questo modo di annunciare il Vangelo, proprio dei
Cappuccini e di altri Ordini religiosi del tempo, ha constatato Benedetto XVI, contribuì
a rinnovare la società, richiamando i cristiani alla “coerenza” della vita “con la
fede professata”:
“Anche oggi la nuova evangelizzazione ha bisogno
di apostoli ben preparati, zelanti e coraggiosi, perché la luce e la bellezza del
Vangelo prevalgano sugli orientamenti culturali del relativismo etico e dell’indifferenza
religiosa, e trasformino i vari modi di pensare e di agire in un autentico umanesimo
cristiano”.
Testimone di pace, annunciatore convincente, ma anche
uomo di preghiera. Dote, questa, che brillò in Lorenzo da Brindisi e che altrettanto
– ha ribadito Benedetto XVI – deve spiccare nei sacerdoti contemporanei, perché pregare
“è il momento più importante nella vita di un sacerdote” e protegge da derive e confusioni:
“Alla
scuola dei santi, ogni presbitero, come spesso è stato sottolineato durante il recente
Anno Sacerdotale, può evitare il pericolo dell’attivismo, di agire cioè dimenticando
le motivazioni profonde del ministero, solamente se si prende cura della propria vita
interiore (...) Se non siamo interiormente in comunione con Dio, non possiamo dare
niente neppure agli altri. Perciò Dio è la prima priorità”.
Una
personalità ecclesiale e culturale di questo tipo non poteva non lasciare un segno
anche nel campo del dialogo. Nella Germania influenzata da Lutero, Lorenzo da Brindisi
diventa colui che, tra tanti, più è “in grado di illustrare in modo esemplare la dottrina
cattolica” ai cristiani che avevano aderito alla Riforma. Capace, cioè, ha indicato
il Papa, di mostrare “il fondamento biblico e patristico di tutti gli articoli di
fede messi in discussione” dall’iniziatore del protestantesimo. E dunque, “il primato
di San Pietro e dei suoi successori, l’origine divina dell’Episcopato, la giustificazione
come trasformazione interiore dell’uomo, la necessità delle opere buone per la salvezza”:
“Il
successo di cui Lorenzo godette ci aiuta a comprendere che anche oggi, nel portare
avanti con tanta speranza ed entusiasmo il dialogo ecumenico, il confronto con la
Sacra Scrittura, letta nella Tradizione della Chiesa, costituisce un elemento irrinunciabile
e di fondamentale importanza, come ho voluto ricordare nell’Esortazione Apostolica
Verbum Domini”.
Dopo le consuete catechesi in sintesi nella diverse
lingue, Benedetto XVI ha salutato in particolare i membri del Dipartimento della Polizia
Stradale delle Marche, accompagnati in udienza dall’arcivescovo di Ancona, Edoardo
Menichelli, e le delegazioni dei Comuni aderenti all’Associazione Città del SS.mo
Crocifisso. A loro e agli altri fedeli, il Papa ha chiesto “di porre sempre al centro
di ogni attività la persona umana, secondo l’insegnamento della Chiesa”.