La filosofia può rispondere ai bisogni della società: il cardinale Grocholewski presenta
la riforma delle Università ecclesiastiche
“La nostra epoca ha bisogno di filosofia”: così il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto
della Congregazione per l’Educazione Cattolica, presentando stamani nella Sala stampa
vaticana il Decreto di riforma degli studi ecclesiastici di filosofia. Presenti all’incontro
con i giornalisti anche mons. Jean-Louis Bruguès, segretario dello stesso dicastero,
e padre Charles Morerod, rettore magnifico della Pontificia Università S. Tommaso
d’Aquino. Il servizio di Roberta Gisotti:
"Ecclesia
semper est reformanda" per rispondere – ha sottolineato il cardinale Grocholewski
– alle nuove esigenze della vita ecclesiale nelle mutevoli circostanze storico-culturali”.
Da qui, l’esigenza di una riforma che interessa – ha spiegato mons. Bruguès – le Facoltà
ecclesiastiche di filosofia e di teologia e le istituzioni di filosofia e teologia
affiliate o aggregate ad esse. Le principali novità riguardano anzitutto gli anni
di corso, un anno in più - tre invece che due - nel primo ciclo per il baccalaureato.
Poi il curriculo degli studi con la sottolineatura del “carattere sapienziale e metafisico
della filosofia, che non nega – ha evidenziato padre Morerod – il ruolo delle altre
banche della filosofia stessa”, e la raccomandazione di favorire l’accesso alle fonti,
ovvero la lettura degli autori più significativi, che lo studio dei manuali non può
sostituire, ricordando ancora che “l’informazione non è formazione”. Infine, il
corpo docente che sia quanto più stabile e qualificato possibile. Un Decreto il cui
iter è partito nel 2004, per arrivare all’approvazione di Benedetto XVI il 28 gennaio
2011, memoria di San Tommaso D’Aquino. Ma qual è stata la spinta riformatrice? La
risposta del cardinale prefetto, Zenon Grocholewski:
“Da
una parte, la debolezza della formazione filosofica in molte istituzioni ecclesiastiche,
con l’assenza di precisi punti di riferimento, soprattutto riguardo alle materie da
insegnare e la qualità dei docenti. Questa debolezza è, inoltre, accompagnata dalla
crisi degli studi filosofici in genere, in un’epoca in cui la ragione stessa è minacciata
dall’utilitarismo, dallo scetticismo, dal relativismo, dalla sfiducia della ragione
stessa di conoscere la verità riguardo ai problemi fondamentali della vita, dall’abbandono
della metafisica. Perfino talvolta il concetto della filosofia non appare chiaro.
E, d’altra parte, la convinzione, espressa nell’Enciclica Fides et ratio
di Giovanni Paolo II del 1998, dell’importanza della filosofia nella sua componente
metafisica per ‘superare la situazione di crisi che pervade oggi grandi settori della
filosofia e per correggere così alcuni comportamenti erronei diffusi nella nostra
società’, come pure la consapevolezza che la filosofia è indispensabile per la formazione
teologica”.
Quindi l’auspicio finale del porporato:
“È
da augurarsi che questa riforma contribuisca al miglioramento degli studi sia di filosofia
che di teologia”.