2011-03-21 14:55:34

Giappone: 22 mila vittime. L'Oms: grave la contaminazione radioattiva nel cibo


In Giappone, l’Organizzazione Mondiale della Sanità lancia l’allarme: grave la contaminazione radioattiva di cibo. Intanto, nella centrale nucleare di Fukushima, i tecnici sono riusciti ad allacciare la corrente a tutti e sei i reattori, ma poco fa si è verificata una nuova situazione di emergenza. Intanto sale il bilancio delle vittime: circa 22 mila tra morti e dispersi e la Banca mondiale fa i conti del disastro: 165 miliardi di euro. Il servizio di Cecilia Seppia:RealAudioMP3

Prima il terremoto, poi lo tsunami, quindi l’incubo nucleare, adesso in Giappone è allarme cibo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha definito grave la contaminazione radioattiva degli alimenti nel Paese affermando che la zona interessata è molto più estesa dei 20-30 Km intorno a Fukushima. Il governo nipponico corre ai ripari imponendo lo stop alla vendita di latte e vegetali in altre quattro prefetture ma non basta a rassicurare la popolazione. Intanto nella centrale, i tecnici sono riusciti a riallacciare la corrente a tutti e 6 i reattori ma oggi si è verificata un nuova emergenza: una densa colonna di fumo è fuoriuscita dal reattore 3 che ora sembra stabilizzato; poi è toccato al due, ancora bersagliato dagli idranti dei vigili del fuoco e questo ha spinto la Tepco a far evacuare tutto il personale per l’altissimo livello di radiazioni. Sull’ente di gestione dell’impianto però è sempre bufera. E ora emerge anche che la società lo scorso 28 febbraio, in un rapporto all’Agenzia per la sicurezza nucleare spiegò di aver omesso alcune verifiche alla centrale di Fukushima. Il premier giapponese, Naoto Kan, è tornato a rassicurare la gente parlando di progressi lenti ma costanti, poi ha aggiunto che è venuto il momento di prepararsi alla ricostruzione. Intanto la conta delle vittime resta drammatica, circa 22 mila tra morti e dispersi e la banca mondiale tira le somme del disastro: 165 miliardi di euro, il 4 per cento del Pil. I settori più colpiti sono commercio e finanza.

Dunque ora a preoccupare la popolazione giapponese e tutta la comunità internazionale è la contaminazione del cibo e dell’acqua. Per un aggiornamento Cecilia Seppia ha raggiunto telefonicamente ad Osaka, il collega Stefano Vecchia.RealAudioMP3

R. - Le notizie più recenti sono che il governo, in effetti, ha a questo punto proibito l’uscita di prodotti alimentari da quattro prefetture - le quattro maggiormente interessate dalle radiazioni - e ha alzato, però, anche la soglia di attenzione in altre prefetture vicine e nella stessa Tokyo, dove nei negozi sono stati trovati prodotti contaminati, con un vario livello di contaminazione.

D. – Quindi il governo ha imposto lo stop alla vendita degli alimenti. Quali informazioni si hanno sui controlli sulle persone e sulle campagne sanitarie?

R. – I controlli si stanno facendo un po’ random e non a tappeto, anche se nelle zone maggiormente interessate sono intensi, anche da questo punto di vista. Nella stessa Tokyo non ci sono controlli sulle persone, o almeno non sono apparenti. Però si cerca di controllare gli ambienti ed, in questo caso, anche gli alimenti.

D. - La Banca mondiale fa un po’ i conti, tira le somme del disastro, e dice che questa catastrofe potrebbe costare al Giappone 165 miliardi di euro, ovvero il 4% del Pil...

R. - Sarà un bilancio gravissimo. Addirittura qui le previsioni parlano di oltre 220 miliardi di dollari. Di fatto, però, è un bilancio difficile da stilare, data la situazione ancora in evoluzione: si temono, ad esempio, altre forti scosse, un altro forte sisma che era previsto e non è ancora arrivato… La situazione è assolutamente incerta e anche i reattori pongono una sorta di ipoteca sulla ricostruzione, in questo momento. Onestamente, però, da qui, quello che si vede è che la gente non è preoccupata tanto di questo: è preoccupata, da un lato, del pericolo delle radiazioni, dall’altro di un nuovo terremoto ed anche in qualche modo, di riavviare una sua normalità. Quindi, da un lato ripristinare al più presto le linee elettriche, le comunicazioni, la distribuzione di carburante, che, ad esempio, scarseggia anche a Tokyo, e, dall’altro, dare un alloggio, una sistemazione decorosa a tutti gli sfollati, perché a loro volta possano almeno individuare un nuovo futuro. (ma)







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