Libia: prosegue l'operazione "Odissea all'alba" contro l'esercito di Gheddafi
In Libia è guerra aperta contro l’esercito di Gheddafi. Ieri pomeriggio è scattata
l’operazione militare internazionale per la creazione di una “no fly zone”, allo scopo
di tutelare la popolazione civile duramente colpita dal conflitto tra i soldati di
Tripoli e gli insorti. Bombardati numerose postazioni antiaeree e distrutti carri
armati e automezzi libici. Stamani ripresi i raid aerei. Sulla situazione libica è
intervenuto anche il card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale
Italiana. “Speriamo che si svolga tutto rapidamente, in modo giusto ed equo – ha detto
il porporato nel corso di una visita ad una parrocchia di Genova – col rispetto e
la salvezza di tanta povera gente che in questo momento è sotto gravi difficoltà e
sventure. Preghiamo per la salvezza del popolo libico”. Di fatto, le prime immagini
dei raid aerei francesi, diffuse dalle emittenti televisive di tutto il mondo, hanno
ricordato molto da vicino quelle, ancora vive nella memoria di tutti, delle operazioni
militari in Iraq. Ma come ha vissuto la popolazione di Tripoli questo primo giorno
di bombardamenti? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Cristiano Tinazzi, uno dei pochi
giornalisti stranieri rimasti nella capitale libica:
Difesa dei
civili con tutti i mezzi. E’ quello che chiedono con forza le Nazioni Unite. Ma quanta
certezza c’è che questo intervento armato sia veramente di carattere umanitario e
che quindi possa essere considerato legittimo? Francesca Sabatinelli lo ha chiesto
ad Antonio Papisca, docente di Relazioni internazionali dell'Università di Padova: