Giappone: riattivato il sistema di raffreddamento dei reattori 5 e 6. A Tokyo tracce
di radioattività nell’acqua.
In Giappone sembra rientrare lentamente l’emergenza nella centrale di Fukushima dove
i tecnici sono riusciti a far tornare la corrente necessaria per far ripartire il
raffreddamento di alcuni dei reattori danneggiati. Secondo l’Agenzia Internazionale
per l’Energia Atomica AIEA il rischio di una catastrofe nucleare diminuisce ogni giorno.
Ma intanto cresce l’allarme per i livelli di radioattività riscontrati in alcuni
alimenti e nell’acqua potabile. Sale drammaticamente anche il numero delle vittime
del sisma e dello tsunami dello scorso 11 marzo: quasi 20 mila tra morti e dispersi.
Il servizio è di Paolo Ondarza: La macchina della
solidarietà è all’opera ma la situazione resta drammatica, soprattutto nelle diocesi
di Sendai e Saitama, come conferma al microfono di Emer McCarthy, l’arcivescovo
di Tokyo, mons. Peter Takeo Okada:
R. – So many
people are missing ... Ci sono talmente tante persone disperse, che non
possiamo sapere quante siano in salvo. Stiamo facendo del nostro meglio, per ritrovare
i dispersi, per salvarli. Questo è il nostro compito immediato. Alcune chiese sono
state distrutte e quindi dobbiamo ricostruirle. Due diocesi, quella di Sendai e Saitama,
hanno sofferto moltissimo. Nell’arcidiocesi di Tokyo e nella stessa città di Tokyo
non abbiamo avuto molti problemi, ma adesso stiamo organizzando dei ricoveri e centri
di assistenza specialmente per gli stranieri che vogliono tornare a casa loro. Per
questo abbiamo cominciato anche a raccogliere le donazioni. Ci sono molte voci sulla
centrale nucleare e c’è molta paura. Il governo sta facendo del suo meglio; noi abbiamo
fiducia nel nostro governo!
D. – Questo è stato un momento di grande
tragedia per il Giappone e la sua gente, ma è anche un momento che evidenzia una grande
solidarietà nazionale ...
R. – Recently, we’ve become very very isolated
... In questo momento siamo molto, molto isolati, ma in questa occasione
abbiamo ricevuto molta solidarietà e siamo davvero molto grati, nei confronti dei
Paesi stranieri. Ho ricevuto molti messaggi di condoglianze da molti Paesi e da molte
Conferenze episcopali e noi siamo molto riconoscenti per tutto questo! (ap)
Sale
dunque il bilancio delle vittime, mentre i soccorsi stanno cercando di trasferire
gli sfollati in zone più facilmente raggiungibili. Al microfono di Cecilia Seppia,
ci aggiorna Stefano Vecchia, giornalista raggiunto telefonicamente ad Osaka:
R. –
Bè, è una situazione che appare chiaramente di difficoltà, nonostante la forza d’animo
dei giapponesi che non soltanto sopportano questo continuo stato di tensione, perché
le scosse sono frequenti ed alcune molto forti; ma oltretutto, sopportano anche i
disagi provocati da una minore capacità di produzione elettrica, quindi con alcuni
black-out già previsti, meno cibo e meno generi di prima necessità nei negozi. In
particolare, sono soprattutto gli sfollati nelle zone colpite dal terremoto e dallo
tsunami – almeno 400 mila – che soffrono soprattutto il freddo. Oggi è iniziato il
trasporto, lo spostamento di parte di questa gente in altre aree del Paese, più protette
e soprattutto più facilmente raggiungibili, in modo che possano almeno disporre del
necessario.
D. – Per quanto riguarda, invece, la centrale di Fukushima,
il primo cavo elettrico è stato connesso ad uno dei due reattori, anche se l’elettricità
non è stata ripristinata e i tecnici sono al lavoro proprio per far ripartire il sistema
di raffreddamento: quindi, arrivano notizie più rassicuranti …
R. –
E’ così. Diciamo che già oggi la temperatura dei reattori era scesa a livelli quantomeno
accettabili. Sono stati collegati questi cavi e probabilmente domani si proverà a
immettere corrente elettrica. Poi, bisognerà attendere i risultati. C’è da dire, però,
che la lotta di questi giorni con i cannoni ad acqua e gli elicotteri ha di fatto
messo a grave rischio quanti cercano di arrestare questa temperatura.(gf)