Benedetto XVI nella chiesa romana di San Corbiniano: intervista con il parroco
Domani mattina, alle 9.00, Benedetto XVI presiederà la Messa di Dedicazione della
nuova Parrocchia romana di San Corbiniano all'Infernetto. Si tratta di un quartiere
a sud di Roma, vicino Ostia: si chiama così perché un tempo in questo luogo si faceva
il carbone. San Corbiniano è particolarmente caro al Papa: ha evangelizzato, infatti,
la Baviera nell’ottavo secolo ed è stato il primo vescovo di Frisinga, quindi suo
predecessore. Nello stemma pontificio di Benedetto XVI figura, inoltre, l’orso di
San Corbiniano, che ricorda un viaggio del Santo a Roma. Ma che quartiere trova il
Papa? Luca Collodi lo ha chiesto al parroco di San Corbiniano, don Antonio
Magnotta:
R. - E’ un
quartiere dove ogni giorno arriva una famiglia nuova; è uno dei quartieri con la più
alta natalità a Roma, con tante famiglie giovani e quindi con tante belle potenzialità;
ma anche un luogo con un grande sviluppo edilizio, con pochi luoghi di aggregazione.
Quindi, per il quartiere e per le famiglie è un grande dono la presenza del Papa e
di questo nuovo complesso parrocchiale.
D. - Il Papa che situazione
sociale trova all’Infernetto?
R. - Il Papa trova una situazione sociale
medio alta, composta da famiglie che cominciano un po’ loro esperienza familiare di
giovani coppie. Ma, come in tutte le realtà di Roma, ci sono situazioni difficili:
ci sono immigrati dello Sri Lanka e dell’Europa dell’Est e vedo come si rivolgono
alla comunità parrocchiale per chiedere aiuto. Sicuramente il quartiere è aperto all’accoglienza
e alla carità.
D. - Come si inserisce la parrocchia in questa realtà?
R.
- La parrocchia cerca di rispondere ai bisogni principali di queste famiglie, anzitutto
aiutandole e sostenendole, soprattutto nel lavoro educativo per le nuove generazioni.
Questo è il nostro compito: incoraggiare le nuove coppie a costruire belle e solide
famiglie.
D. - Leggendo le cronache dei giornali romani, spesso l’Infernetto
è indicato come un luogo dove si riuniscono esponenti di sette sataniche. Lei conferma,
anche attraverso la sua esperienza pastorale, questa realtà anche se in modo marginale?
R.
- Onestamente non credo che ci sia questa situazione, nella maniera in cui viene descritta.
Molte volte si tratta di luoghi comuni o fantasie legate al nome del quartiere…
D.
- L’Infernetto è un luogo al centro delle cronache anche per la prostituzione e per
lo spaccio di droga...
R. - Forse è questo il problema vero più che
quello del satanismo. Questo si, questo sì…
D. - E voi come parrocchia
avete qualche azione di intervento?
R. - Sì, cerchiamo di essere vicini
e di essere attenti. Ci accorgiamo che dobbiamo attrezzarci ancora meglio per rispondere
a questa emergenza. Questo problema è presente, anche se apparentemente non si vede
ed è molto nascosto, ed è anche molto preoccupante: i genitori sono ovviamente molto
preoccupati ed ecco perché si accoglie con soddisfazione una struttura parrocchiale,
essendo la Chiesa un segno di fiducia, di sostegno e di aiuto. (mg)