Nelle librerie “Shock Wojtyla. L’inizio del Pontificato” di Marco Impagliazzo, presidente
della Comunità di Sant'Egidio
Passare dal sentimento alla storia, dall’affetto per Giovanni Paolo II, alla consapevolezza
che la sua elezione al Soglio Pontificio ha cambiato la storia, sconvolgendo le relazioni
internazionali. E’ questa la sfida del libro “Shock Wojtyla. L’inizio del Pontificato”,
scritto da Marco Impagliazzo, professore ordinario di Storia contemporanea nell'Università
per Stranieri di Perugia, di cui è prorettore, e presidente della Comunità di Sant'Egidio.
L'opera è edita dalla San Paolo. I tanti illustri contributi, raccolti nel volume
accompagnano il lettore in un vero e proprio tour per il mondo, a cavallo tra il XX
e il XXI secolo, svelando la grande eredità del Papa polacco. Alla presentazione
del testo, c’era per noi Cecilia Seppia:
16 ottobre
1978, nel tardo pomeriggio l’annuncio dell’Habemus Papam scandisce il nome del cardinale
Karol Wojtyla e la sorpresa risuona nell’applauso di Piazza San Pietro: dopo quasi
mezzo millennio il Vescovo di Roma non è più italiano, ma straniero: un polacco. Il
libro “Shock Wojtyla” parte da questa istantanea per poi ricostruire con un linguaggio
cinematografico ciò che in quel preciso istante accadeva nel resto del mondo. L’esplosione
di gioia in Polonia, la soddisfazione e la curiosità in Francia, la speranza in Germania,
lo sconcerto e la preoccupazione in Russia: in una parola, uno shock ad est come ad
ovest per una scelta che andava ad inserirsi nel principale confronto geopolitico
del '900, segnato dalla Guerra Fredda, ma non solo. Sentiamo l’autore Marco
Impagliazzo:
“'Shock Wojtyla' per molti motivi. Il primo
perché fu un Papa che veniva dall’Est comunista, quando ancora il mondo era diviso
in due blocchi: quindi cosa avrebbe detto, cosa avrebbe fatto un Papa che veniva dal
comunismo, da una chiesa resistente e che lottava contro il comunismo? Il secondo
grande shock fu quello dei cristiani e dei cattolici occidentali che, a quell’epoca,
erano piuttosto indeboliti e in loro prevaleva un senso di crisi: ma subito dopo la
sua elezione, il Papa disse 'Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate, le porte
a Cristo'. Ma 'Shock Wojtyla' anche perché fu un Papa che cominciò a viaggiare per
il mondo e questa fu un’altra grande novità; e poi perché il Papa mise al centro l’uomo
e pose a livello internazionale il problema dell’attenzione ai valori, alla vita e
all’anima delle persone”.
Un’elezione che sconvolge le relazioni internazionali
e costringe il mondo politico a prendere coscienza della Chiesa, come la più viva
delle istituzioni, capace di rinnovarsi e di porsi come interlocutore ad est, ad ovest
e nel sud del mondo. E questa consapevolezza si radica nei gesti, nelle parole, nella
testimonianza del Successore di Pietro. Sentiamo il ricordo del cardinale Giovanni
Battista Re, prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi:
"Certo
il mondo lo ha ammirato per quello che ha fatto; lo ha ammirato per i viaggi, lo ha
ammirato per i gesti, lo ha ammirato per questa capacità che aveva di penetrare nella
realtà: aveva un profondo realismo, illuminato dalla fede. La sorgente di questo suo
impegno era soprattutto la preghiera”.
La figura di Papa Wojtyla, scevra
dai tanti superlativi che il mondo gli ha attribuito viene, dunque, vista nel libro
come una novità e un’opportunità in tutti quegli scenari di crisi economica, culturale,
politica, religiosa a cui il suo passaggio ha saputo dare un impulso decisivo. (mg)