2011-03-18 15:30:34

Giappone. Sale l'allarme nucleare: corsa contro il tempo


In Giappone resta critica la situazione nell’impianto nucleare di Fukushima. E' stato alzato il livello d’allarme alla centrale da 4 a 6, lo riferisce l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. Intanto a una settimana dal terremoto, il bilancio delle vittime sale ad almeno 16.000 tra morti e dispersi e si teme che la conta finale possa superare le 20.000 vittime. Il servizio è di Marco Guerra:RealAudioMP3

Continua la corsa contro il tempo per mettere in sicurezza i rettori della centrale nucleare di Fukushima. I tecnici hanno lavorato per tutta la giornata per ripristinare almeno parzialmente la fornitura diretta di energia elettrica alla centrale al fine di accelerare le operazioni di raffreddamento dei reattori surriscaldati. Secondo l’ultimo bollettino, per domani mattina la corrente potrebbe di nuovo alimentare i reattori 1, 2 e 4. Si lavora anche per alzare il livello dell'acqua nelle vasche dove vengono conservate le barre di combustibile nucleare, mentre si affaccia l'ipotesi di chiudere i reattori in un sarcofago di cemento armato e di seppellirli, come fu fatto a Cernobyl nel 1986. E accanto agli idranti e agli elicotteri, per raffreddare i reattori, viene impiegato ora anche un generatore diesel. Tutti gli forzi però non hanno al momento portato ai risultati sperati. Tant’è che oggi il governo ha alzato il livello d'allarme alla centrale nucleare di Fukushima da 4 a 5 su una scala di sette punti. Una boccata di ossigeno arriva dal vento che soffiando verso il Pacifico sembra non rappresenti un pericolo immediato per l'area urbana di Tokyo. Il presidente americano Obama ha affermato che non ci sono pericoli neanche per la costa occidentale degli Usa, dove 450 esperti nucleari militari sono pronti ad aiutare quelli giapponesi, se necessario. Intanto prendono sempre più forma i confini della tragedia. Il numero delle vittime confermate, per l’esattezza 6.539, ha superato quello delle vittime del sisma di Kobe del 1995. E sono in tutto almeno 400 i chilometri quadrati di terreno inondati dallo tsunami. Parlando delle devastazioni oggi il premier ha assicurato che il Paese sara ricostruito dalle rovine come dopo la seconda guerra mondiale. Ma per conoscere la situazione sul terreno a una settimana dalla tragedia la parola al collega Stefano Vecchia:

R. - Alle 14.46 il Giappone, nell’ufficialità, si è fermato: è stato ricordato questo momento tragico, quando il terremoto di 9° ha colpito la parte nordorientale del Paese. Un Paese che, in questi giorni, è in chiare difficoltà: da un lato, le conseguenze del terremoto e dello tsunami che si fanno sentire pesantemente in termini di devastazione, in termini di carenza di servizi, in scarsità di prodotti di prima necessità e di carburante; e, dall’altro, la paura evidentemente delle radiazioni che si sprigionano dagli impianti di Fukushima. La popolazione continua, in qualche modo, a dare credito, a dare fiducia alle autorità e ai tecnici, ma certamente fatica sempre di più in quanto poi le difficoltà materiali - anche in questo caso - crescono. Ultima questione, direi, quella degli sfollati: ce ne sono quasi 400 mila in oltre 2.500 posti di accoglienza. Una situazione veramente difficile: scarseggia il cibo, non hanno riscaldamento e in molti casi manca anche il gas per cucinare. Si sta pensando ora di spostarne un certo numero in aree più protette, più sicure, non interessate dal cataclisma.

D. - Il Giappone non ha chiesto aiuti esterni e la comunicazione è stata finora molto frammentata. C’è stato un tentativo di coprire la reale portata di questa tragedia?

R. - Le dimensioni della tragedia senza precedenti e allo stesso tempo ancora realmente poco definite, perché ci sono delle zone ancora praticamente isolate. Certamente una tragedia di questa vastità non ha colpito mai nessun Paese e quindi è chiaro che tra le pieghe si possono celare anche giochi politici, si possono celare mezze verità… E’ una situazione caotica, ripeto. La chiarezza si avrà soltanto fra qualche mese, quando lo sgombero di tutte queste immense macerie - che è iniziato oggi - nelle zone colpite dallo tsunami finirà. (mg)

La situazione umanitaria in Giappone continua ad essere molto difficile: terremoto e tsunami, oltre ai morti, hanno causato decine di migliaia di sfollati e tantissimi feriti. Alessandro Guarasci ha raccolto in proposito la testimonianza di padre Sawata Tojonari, vice-superiore provinciale dei Paolini in Giappone, raggiunto telefonicamente a Tokyo:RealAudioMP3

R. – Il governo non riesce a controllare e ad organizzare tutti gli aiuti. Molti comuni non accettano tutti questi aiuti …

D. – Ma quantomeno, arrivano informazioni dal governo?

R. – Il governo non ci informa molto di questo, perché la situazione generale delle zone colpite dal terremoto non è ancora sicura: non tutti possono raggiungerle. Noi stessi sappiamo soltanto quello che il governo ci dice.

D. – Negli ospedali stanno continuando ad arrivare molte persone?

R. – Gli ospedali dicono che mancano assolutamente le persone, i dottori e così via. Quindi la situazione non è ancora migliorata di molto.

D. – Dalle zone vicino alla centrale di Fukushima, in questo momento le persone stanno venendo via?

R. – Dato che la situazione sta peggiorando, sembra che le misure cautelative riguardo alle radiazioni diventeranno più severe. E il governo dice che alcuni sono contaminati ma che non c’è da preoccuparsi. Però noi non sappiamo nulla di più preciso, perché dobbiamo credere soltanto a quello che dice il governo. E anche noi ci preoccupiamo molto! (gf)







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