2011-03-17 11:02:26

L'arcivescovo di Dublino: cristiani controcorrente per il bene dell'Irlanda


Una presenza cristiana rinnovata e sempre più fedele al Vangelo, che sappia confrontarsi con una società pluralista, ma rispettosa della storia e delle tradizioni del popolo irlandese. È l’auspicio formulato dall’arcivescovo di Dublino e primate d’Irlanda, Diarmuid Martin, intervenuto martedì sul rapporto tra Chiesa e Stato al Mater Dei Institute of Education. Lo riferisce L’Osservatore Romano. Incontro programmato da tempo, ma che di fatto è avvenuto a pochi giorni dall’insediamento del nuovo Governo. Circostanza — ha tenuto a precisare il presule — che non incide minimamente con le considerazioni sul rapporto tra la comunità ecclesiale, le istituzioni civili, la società irlandese. «Come la Chiesa non è composta solo da vescovi, così anche le istituzioni e lo Stato sono qualcosa di più dei partiti di Governo e della politica», ha chiosato il presule, che ha spaziato a tutto campo, passando in rassegna i grandi temi del Paese, dalla crisi economica alle generali debolezze nella gestioni dei servizi pubblici. Soffermandosi anche sulle difficoltà registrate all’interno della Chiesa, come il calo dei praticanti e, non ultimo, il tema del noto scandalo legato ai casi di abusi su minori. In particolare, ha sottolineato come il «rinnovamento della Chiesa esige un rinnovamento delle strutture», ma da sola tale operazione sarebbe «inutile». Infatti, ha rilevato, «la Chiesa non è soltanto una realtà sociologica, che può essere rinnovata solo mediante l’applicazione di modelli sociologici di consultazione e il cambiamento della classe dirigente». La Chiesa «è la comunità dei battezzati, che vivono come veri discepoli di Gesù Cristo». In questo senso, i «grandi riformatori della Chiesa sono i santi». E gli «strumenti per la riforma della Chiesa sono quelli che figurano nel programma tradizionale per la Quaresima: preghiera, penitenza e opere di carità». E tra le maggiori insidie per la comunità cristiana, il presule individua il rischio di preferire la comodità del «politically correct», del facile «conformismo», piuttosto che scegliere la strada stretta del Vangelo. «La Chiesa deve sempre avere la libertà di prendere posizioni che sono culturalmente impopolari». Poiché «la novità del messaggio del Vangelo trascende ogni cultura». C’è spazio anche per una sottolineatura di quanto di buono la Chiesa ha fatto e continua a fare per la società irlandese. «La Chiesa non è in via di estinzione». E nel corso degli anni essa «non è stata mai assente», soprattutto facendosi prossima ai settori più bisognosi della società. Quanto al prospettato più ampio pluralismo in tema di gestione del sistema dell’istruzione, il presule ha salutato con «grande favore» l’annuncio del ministero della Pubblica istruzione di un National Forum on School Patronage. Ma ha precisato: «Mentre non è irragionevole supporre che il desiderio di istruzione specificamente cattolica sia minore rispetto al passato, questo non significa che l’educazione cattolica sia di per sé una cosa del passato». Va dunque difeso il diritto di scelta dei genitori, come pure lo Stato ha il dovere di tutelare il matrimonio, quale «bene fondamentale per la società».







All the contents on this site are copyrighted ©.