Indonesia: i cristiani protestano contro la nuova chiusura della Yasmin Church a Bogor
La comunità cristiana protesta contro l’incapacità del governo centrale di “garantire
la libertà religiosa” e la “testardaggine” dei funzionari di Bogor – municipalità
del West Java – che hanno messo di nuovo i sigilli alla Yasmin Church. Le pressioni
esercitate dai fondamentalisti islamici - riferisce l'agenzia AsiaNews - sconfessano
il principio della supremazia del diritto e mostrano un Paese sempre più vittima dell’estremismo.
Ieri tre diversi pacchi bomba sono stati recapitati negli uffici di attivisti e leader
musulmani moderati: l’intervento degli artificieri ha neutralizzato due ordigni; l’esplosione
del terzo ha causato lievi feriti. In seguito alle manifestazioni lanciate da circa
150 fondamentalisti islamici, lo scorso fine settimana le autorità di Bogor hanno
bloccato gli accessi alla Yasmin Church, al centro di una lunga battaglia legale fra
la comunità cristiana e il governo locale. Il Sinodo delle chiese indonesiane (Pgi)
condanna il gesto “poco amichevole”: il rev. Gomar Gultom spiega che il proposito
di spostare in un altro luogo l’edificio non è la soluzione migliore, perché “favorisce
la divisione fra fedeli” in una società che dovrebbe essere “pluralista”. I funzionari
di Bogor avrebbero ritirato il permesso di costruzione, perché l’Imb è stato ottenuto
mediante sottoscrizione di “firme false”. Il leader islamico locale aggiunge che “la
comunità musulmana è sempre stata contraria alla realizzazione di una chiesa”. Il
Pgi parla invece di “testardaggine” delle autorità di Bogor e chiede l’intervento
del governo centrale; l’esecutivo deve garantire l’applicazione della sentenza della
Corte suprema, che ha stabilito la piena legittimità della Yasmin Church. L’iter per
la costruzione di una chiesa in Indonesia – cattolica o protestante – come per tutte
le costruzioni è regolato dall’Izin Mendirikan Bangunan (Imb), una sorta di delibera
scritta delle autorità locali che permette l’apertura di un cantiere, accompagnata
dal nulla osta di almeno 60 residenti dell’area. Pur disponendo delle autorizzazioni,
spesso la costruzione viene interrotta e il permesso revocato dietro pressioni dell’ala
fondamentalista islamica ai governi locali, espressione di fanatismo religioso. (R.P.)