Madagascar: i vescovi esprimono grande preoccupazione per la crisi nel Paese
Preoccupazione dei vescovi del Madagascar per la grave crisi politica che da circa
due anni rende dura e difficile la vita del popolo malgascio. Mon. Benjamin Marc Ramaroson,
vescovo di Farafangana - intervistato dal Catholic Relief Services - dipinge un quadro
fosco della situazione sull'isola. “Il popolo malgascio - sottolinea il presule -
è stanco delle molteplici preoccupazioni quotidiane (come la mancanza di accesso alle
cure e ai farmaci, la disoccupazione, la diffusa povertà) e delle continue calamità
naturali, compresa l’ultima dello scorso febbraio, che ha causato la morte di oltre
34 persone e lo sgombero di oltre 216mila abitanti dalle proprie abitazioni”. Il Madagascar,
ricco di materie prime, è uno dei Paesi più poveri del mondo. La crisi politica scoppiata
all’indomani delle dimissioni del presidente Marc Ravalomanana – riferisce l’Osservatore
Romano - ha aggravato le già precarie condizioni economiche del Paese. Altro problema
che patisce il Madagascar sono le sanzioni della comunità internazionale che ha tagliato,
dal 2009, il proprio aiuto, mentre il bilancio dello Stato dipende in gran parte proprio
da finanziamenti internazionali. “Il fatto che lo Stato non riceva più aiuti internazionali
– ha spiegato mons. Ramaroson - ha accentuato ulteriormente la difficile situazione
socio-politica già precaria a causa della crisi”. Per larga parte, il popolo malgascio
riesce a sopravvivere per gli aiuti umanitari, per l'attività incessante della comunità
ecclesiale locale attraverso la Caritas e le associazioni, gruppi e movimenti di ispirazione
cattolica. Secondo mons. Ramaroson, i pur lodevoli sforzi umanitatri non possono costituire
“la soluzione a tanti gravi problemi”. Il vescovo, nell'auspicare un nuovo, condiviso
cammino verso il bene comune in Madagascar, pone la sua speranza nelle elezioni presidenziali
e parlamentari di quest'anno, anche se ammette che c'è ancora molta strada da percorrere
per appianare le frequenti tensioni e i contrasti nella vita politica malgascia. “Fin
dall'inizio – ricorda il presule - i vescovi hanno sottolineato che l'esito della
crisi politica sono proprio le elezioni”. “Stiamo lavorando nella nostra diocesi -
ribadisce - per conformarci di più allo Stato di diritto”. “La Chiesa - ribadisce
il presule - è chiamata a svolgere un ruolo determinante in vista delle prossime elezioni,
non schierandosi politicamente, ma indicando nelle scelte quei candidati che nei loro
programmi politici abbiano a cuore il rispetto della persona, della vita in tutte
le sue fasi, dal concepimento fino alla morte naturale, la libertà di educazione e
di espressione religiosa, la solidarietà”. (M.I.)