Emergenza umanitaria in Giappone: l'impegno di Save the Children
Si aggrava intanto l’emergenza umanitaria. L'Organizzazione Mondiale della Sanità
si è detta pronta ad avviare una missione in Giappone per offrire assistenza alla
popolazione. La Croce Rossa Italiana, da parte sua, ha attivato il numero 45500 per
l'invio di sms solidali del valore di 2 euro. A Sendai, l’area più colpita dal sisma,
Save The Children è presente da due giorni con i suoi operatori per fornire supporto
ai bambini e ai loro genitori. Per contribuire alla raccolta fondi è possibile consultare
il sito www.savethechildren.it. Ascoltiamo al microfono di Paolo Ondarza il
responsabile comunicazione dell’organizzazione in Italia Filippo Ungaro.
R.
– Quello che ci dicono i nostri operatori sul campo – al momento abbiamo 45 persone
che stanno lavorando sull’emergenza – è che sarebbero circa 100 mila i bambini sfollati:
500 mila persone in tutto di cui 100 mila minori.
D. – Come vivono queste persone?
R.
– Purtroppo, la situazione è di estremo caos. Stamattina abbiamo ricevuto notizia
che sarebbero migliaia le persone in fuga da Fukushima, proprio per il terrore delle
radiazioni e delle contaminazioni. Nelle scuole dove sono stati istituiti i primi
centri di accoglienza, le medicine incominciano a scarseggiare come anche il cibo.
In questo contesto, purtroppo molti bambini sono rimasti sicuramente separati dai
loro familiari e purtroppo alcuni di loro potrebbero anche essere rimasti orfani.
I bambini hanno bisogno di un supporto psicologico perché su loro il trauma è sicuramente
più forte, per l’esperienza che continuano a vivere visto che le scosse di assestamento
continuano …
D. – Parlava dei ricongiungimenti: siete già all’opera?
R.
– Nell’area di Sendai e lungo la strada tra Tokyo e Sendai stiamo allestendo aree
a misura dei bambini dove li identifichiamo, li registriamo e – per quei bambini che
sono stati separati dai loro familiari – ci attiviamo immediatamente per rintracciare
i loro familiari ed effettuare il ricongiungimento familiare. Chiaramente, in queste
ore di estremo caos non è assolutamente facile: le comunicazioni non sono funzionanti
al cento per cento, in tante zone manca ancora l’elettricità, ma ci siamo mossi immediatamente
fin dalle prime ore dell’emergenza e stiamo svolgendo questo lavoro. (gf)