Libia, l'esercito di Gheddafi prende di mira Bengasi
In Libia, continuano in modo cruento i combattimenti tra insorti ed esercito fedele
a Gheddafi. I militari di Tripoli stanno riconquistando posizioni importanti, come
la città di Brega, ed ora puntano a riprendere Bengasi. Intanto, la diplomazia internazionale
prosegue le consultazioni sulla crisi libica, per giungere ad un cessate-il-fuoco
immediato o all’imposizione di una “no fly zone” sul Paese nord africano. Ma quali
conseguenze avrebbe, a livello interno ed internazionale, una ripresa del controllo
totale della Libia da parte di Gheddafi? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a
Enrico Casale, della rivista dei Gesuiti “Popoli”:
R. - Credo
che alla ripresa, soprattutto della Cirenaica, seguirebbe subito una durissima repressione
da parte di Gheddafi, che non tarderebbe a regolare i conti con gli oppositori. Dal
punto di vista internazionale, la politica di Gheddafi, che negli ultimi anni si era
indirizzata soprattutto verso l’Europa e in particolare verso l’Italia, potrebbe spostare
il suo asse verso Oriente. Gheddafi ha già annunciato che, nel caso dovesse riprendere
il controllo dell’intero Paese, i contratti commerciali legati soprattutto al petrolio,
al gas, verrebbero rescissi con l’Italia e verrebbero affidati a società russe o a
società cinesi. I contratti principali sono con l’Italia, con l’Irlanda e con altri
Paesi europei. Questo dal punto di vista commerciale. Poi c’è tutta la partita dell’immigrazione:
Gheddafi ha già annunciato che qualora dovesse riprendere il controllo non rispetterebbe
gli accordi per il contenimento dell’immigrazione africana che ha siglato nel 2008
con l’Italia.
D. - Alla luce del fatto che da questi rivolgimenti potrebbe
derivare una divisione della Libia attuale in Tripolitania e Cirenaica, la decisione
di alcuni Paesi europei di riconoscere immediatamente il governo degli insorti, risulterebbe
lungimirante?
R. - Se guardiamo in modo cinico dal punto di vista economico,
potrebbe essere lungimirante soprattutto se questo Stato della Cirenaica controllasse
i pozzi petroliferi e i giacimenti di gas naturale. In questo caso, potrebbe essere
conveniente, però non è detto che questa Cirenaica autonoma riesca a prendere il controllo
su questi giacimenti.
D. - In questa situazione è opportuno che rimanga
in una fase di stallo la decisione di intervento militare o la creazione di una “no
fly zone” sulla Libia?
R. - Probabilmente sarebbe opportuna una “no
fly zone” in modo tale da tarpare le ali all’aviazione libica, che è l’elemento tattico-strategico
in più, che l’esercito di Gheddafi ha nei confronti delle altre milizie. Tutto sta
a vedere se effettivamente può essere instaurata questa “no fly zone”, perché non
è detto che nel Consiglio di Sicurezza la Cina e la Russia, che hanno il diritto di
veto, votino a favore di questo provvedimento o comunque magari votano a favore, ma
ponendo tanti e tali limiti, che di fatto risulta inapplicata. (ma)