2011-03-14 15:52:42

Libia, l'esercito di Gheddafi prende di mira Bengasi


In Libia, continuano in modo cruento i combattimenti tra insorti ed esercito fedele a Gheddafi. I militari di Tripoli stanno riconquistando posizioni importanti, come la città di Brega, ed ora puntano a riprendere Bengasi. Intanto, la diplomazia internazionale prosegue le consultazioni sulla crisi libica, per giungere ad un cessate-il-fuoco immediato o all’imposizione di una “no fly zone” sul Paese nord africano. Ma quali conseguenze avrebbe, a livello interno ed internazionale, una ripresa del controllo totale della Libia da parte di Gheddafi? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Enrico Casale, della rivista dei Gesuiti “Popoli”:RealAudioMP3

R. - Credo che alla ripresa, soprattutto della Cirenaica, seguirebbe subito una durissima repressione da parte di Gheddafi, che non tarderebbe a regolare i conti con gli oppositori. Dal punto di vista internazionale, la politica di Gheddafi, che negli ultimi anni si era indirizzata soprattutto verso l’Europa e in particolare verso l’Italia, potrebbe spostare il suo asse verso Oriente. Gheddafi ha già annunciato che, nel caso dovesse riprendere il controllo dell’intero Paese, i contratti commerciali legati soprattutto al petrolio, al gas, verrebbero rescissi con l’Italia e verrebbero affidati a società russe o a società cinesi. I contratti principali sono con l’Italia, con l’Irlanda e con altri Paesi europei. Questo dal punto di vista commerciale. Poi c’è tutta la partita dell’immigrazione: Gheddafi ha già annunciato che qualora dovesse riprendere il controllo non rispetterebbe gli accordi per il contenimento dell’immigrazione africana che ha siglato nel 2008 con l’Italia.

D. - Alla luce del fatto che da questi rivolgimenti potrebbe derivare una divisione della Libia attuale in Tripolitania e Cirenaica, la decisione di alcuni Paesi europei di riconoscere immediatamente il governo degli insorti, risulterebbe lungimirante?

R. - Se guardiamo in modo cinico dal punto di vista economico, potrebbe essere lungimirante soprattutto se questo Stato della Cirenaica controllasse i pozzi petroliferi e i giacimenti di gas naturale. In questo caso, potrebbe essere conveniente, però non è detto che questa Cirenaica autonoma riesca a prendere il controllo su questi giacimenti.

D. - In questa situazione è opportuno che rimanga in una fase di stallo la decisione di intervento militare o la creazione di una “no fly zone” sulla Libia?

R. - Probabilmente sarebbe opportuna una “no fly zone” in modo tale da tarpare le ali all’aviazione libica, che è l’elemento tattico-strategico in più, che l’esercito di Gheddafi ha nei confronti delle altre milizie. Tutto sta a vedere se effettivamente può essere instaurata questa “no fly zone”, perché non è detto che nel Consiglio di Sicurezza la Cina e la Russia, che hanno il diritto di veto, votino a favore di questo provvedimento o comunque magari votano a favore, ma ponendo tanti e tali limiti, che di fatto risulta inapplicata. (ma)








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