Etiopia: radicali musulmani bruciano 12 chiese protestanti. Un morto e decine di
feriti
Continua l’ondata di violenza dei radicali islamici contro i cristiani evangelici
nella zona di Asendabo, in Etiopia. Negli ultimi giorni - riferisce l’agenzia AsiaNews
- sarebbero state distrutte dodici chiese protestanti, due case di predicatori evangelici
e diverse abitazioni di cristiani della zona. I radicali avrebbero cominciato i loro
attacchi il 2 marzo scorso, dopo aver accusato i cristiani di aver dissacrato il Corano.
Una folla di musulmani, gridando “Allahu akbar” (Dio è il più grande) ha attaccato
tre chiese evangeliche incendiandole. Le forze di polizia non sono riuscite ad impedire
la distruzione dei luoghi di culto. Con il passare dei giorni le violenze non sono
diminuite. Secondo fonti evangeliche, un cristiano avrebbe perso la vita, parecchi
altri sarebbero feriti e oltre a decine di abitazioni e luoghi preghiera sarebbero
state bruciate una scuola, un orfanatrofio e gli uffici di una chiesa. Circa tremila
cristiani sarebbero sfollati a causa dell’ondata di violenza. Un leader cristiano
locale ha dichiarato che gli attacchi sono stati organizzati dai membri di Kwarej,
un gruppo islamico radicale che avrebbe l’obiettivo di creare uno stato islamico nel
Paese, a maggioranza musulmana. I responsabili degli attacchi proverrebbero da diverse
regioni del Paese, comprese quelle vicine alla Somalia. “É molto triste che un gruppo
islamico radicale cerchi di destabilizzare la convivenza fra cristiani e musulmani”,
ha dichiarato il responsabile di una chiesa locale. “Chiediamo a tutti i responsabili
di aiutarci – ha continuato - che le autorità prevengano il ripetersi di simili attacchi
in futuro”. Il governo etiopico, a causa delle difficoltà della polizia a gestire
la situazione, sarebbe stato obbligato a mandare l’esercito nella zona. (M.I.)