Costa Rica: giovani e famiglia nel documento dei vescovi in chiusura della plenaria
I vescovi del Costa Rica, nel documento conclusivo della 101.ma Plenaria, ricordano
le celebrazioni in corso a 375 anni del ritrovamento dell’immagine di “Nuestra Señora
de los Ángeles” e si rivolgono in particolare alle giovani generazioni e alla famiglia,
due priorità fondamentali della pastorale. I presuli ricordano quanto sottolineato
dal Papa al nuovo ambasciatore del Costa Rica, presso la Santa Sede, come una questione
fondamentale: che le nuove generazioni si convincano che i conflitti non si vincono
con la mera forza, bensì convertendo i cuori al bene e alla verità. Al raggiungimento
di questo scopo, scrivono i presuli citando le parole del Santo Padre, “contribuirà
in grande misura il rafforzamento nella società di quel pilastro fondamentale e irrinunciabile
costituito dalla stabilità e dall’unione della famiglia, istituzione che sta subendo,
forse più di qualunque altra, l’attacco delle trasformazioni ampie e rapide della
società e della cultura, e che, tuttavia, non può perdere la sua vera identità, poiché
è chiamata a essere vivaio di virtù umane e cristiane, dove i figli possano imparare
dai loro genitori in modo naturale a rispettarsi e a comprendersi, a maturare come
persone, credenti e cittadini esemplari. Di conseguenza, nulla di ciò che favorisce,
tutela e sostiene la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna risulterà
vano. In tal senso, la Chiesa non si stancherà d'incoraggiare in modo particolare
i giovani, affinché scoprano la bellezza e la grandezza che comporta il servire fedelmente
e generosamente l'amore matrimoniale e la trasmissione della vita”. I vescovi, con
riferimento alla vita umana, diritto sacro e inviolabile, rinnovano il loro rifiuto
al progetto di legge sulla fecondazione in vitro e chiedono di essere ascoltati dalla
Commissione speciale dell’Assemblea nazionale. D’altra parte, i presuli osservano
che la recente decisione della Corte dell’Aja, nel caso della controversia di confini
con il Nicaragua, che congela la situazione odierna in attesa della sua sentenza finale,
“conferma che il sentiero è quello del diritto e della ragione” e seguendo il quale
si deve rinforzare la “fratellanza fra i nostri popoli, respingendo gli orrori della
guerra, e al tempo stesso consolidando tutti i principi che contribuiscono a risolvere
il conflitto” pacificamente. La Conferenza episcopale incoraggia le autorità a non
abbandonare mai questa strada ed esprime il suo sostegno anche a tutti coloro che
nel Nicaragua hanno scelto la via del dialogo e del negoziato. (A cura di Luis
Badilla)