Congo: i vescovi criticano la revisione costituzionale sull’elezione del Capo dello
Stato
I vescovi della Repubblica Democratica del Congo affermano che la revisione della
Costituzione è stata effettuata in “modo precipitoso e sbrigativo”. L’affermazione
è contenuta nell’esortazione “Année electorale: Que devono-nous faire?”, elaborata
dal Comitato permanente della Conferenza episcopale congolese (Cenco). Il 22 gennaio
il Presidente Joseph Kabila ha promulgato la legge costituzionale che modifica la
norma precedente, in base alla quale il Capo dello Stato veniva eletto con uno scrutinio
in due turni. Con la modifica costituzionale le elezioni presidenziali del 27 novembre
saranno a turno unico. La modifica costituzionale ha suscitato un vivo dibattito nel
Paese ed anche i vescovi avevano espresso le loro perplessità al riguardo. Nel documento,
inviato all'agenzia Fides, la Conferenza episcopale ricorda che la Costituzione è
stata elaborata attraverso “un consenso laboriosamente ottenuto” ed è stata approvata
da un referendum. La revisione costituzionale, invece, scrivono i vescovi “è stata
votata e promulgata in meno di due settimane, alla fine di una sessione straordinaria
del Parlamento dove non era stata inizialmente iscritta all’ordine del giorno, quando
si sarebbe potuto intervenire in tutta tranquillità, in precedenza, sulla base di
un’ampia concertazione e di un aperto dibattito pubblico e parlamentare”. I vescovi
sottolineano la preoccupazione suscitata nel Paese da questa procedura: “temiamo che
questa revisione costituzionale preluda ad altre revisioni che condurranno al ritorno
del monopartitismo, alla fine della democrazia e all’instaurazione di una nuova dittatura”.
I vescovi notano che “le elezioni in diversi Paesi africani hanno spesso dato lo spettacolo
deplorevole di violenze, di contestazioni e di disordini” ed ammoniscono che la Rdc
sappia trarre le dovute lezioni perché le elezioni del 27 novembre siano “libere e
democratiche”. (R.P.)