Presentato il documento conclusivo della 46.ma Settimana Sociale dei cattolici italiani
I cattolici possono contribuire al bene comune del Paese. E’ stato presentato stamattina,
nella sede della nostra emittente, il documento conclusivo della 46.ma Settimana Sociale
dei cattolici italiani, che si è svolta a Reggio Calabria dal 14 al 17 ottobre dello
scorso anno. I vescovi hanno messo l’accento sulla necessità di accelerare sul cammino
delle riforme, salvaguardando la Costituzione. Alessandro Guarasci:
Ripartire
dal basso, dare primato alla politica, al lavoro, ai giovani. La 46.ma Settimana Sociale
dei cattolici italiani si è chiusa il 17 ottobre, ma il comitato organizzatore continua
ad avere inviti per dibattiti e incontri dalle varie diocesi. Il documento finale
chiede di partire dalle riforme, tra cui quella elettorale, per rilanciare il Paese.
Mons. Arrigo Miglio, presidente del Comitato scientifico e organizzatore
delle Settimane Sociali.
“Una parte della conflittualità è dovuta anche
alla stagnazione di queste riforme. Se invece guardassimo un po’ più in avanti e cercassimo
di completare questo cammino di più largo coinvolgimento democratico dei cittadini,
probabilmente una parte della conflittualità si sgonfierebbe”.
Spazio
inoltre alle famiglie, rivedendo il sistema fiscale e rimettendo al centro dell’azione
del governo il lavoro. La finanza, d’altronde, ha denunciato tutti i suoi limiti e
dato l’illusione a molti di poter guadagnare senza impresa. Il Comitato ferma la sua
attenzione sul federalismo, con l’accortezza che la lotta agli sprechi sia accompagnata
alla solidarietà, come dice Edoardo Patriarca, segretario del
Comitato:
“Da una parte c’è il problema di rendere efficiente la Pubblica
Amministrazione e credo anche migliorare la capacità di spesa produttiva e questo
proprio perché così si recuperano le risorse per la solidarietà. Lo spreco - ahimè
- e l’inefficienza non aiutano la solidarietà. Credo che il rigore, la tenuta dei
conti, l’onesta nel trattare le cose pubbliche voglia dire anche aprire una stagione
nuova di solidarietà”.
E poi, c’è il tema delle nuove presenze e di
come riconoscere la cittadinanza ai figli degli stranieri nati in Italia. Un primo
passo potrebbe essere il voto alle amministrative e una legge sul diritto d’asilo.
Una vera urgenza per Patriarca:
“L'abbiamo chiamata ‘includere le nuove
presenze’: anche qui letta come una possibilità grande per questo Paese di crescere
e di non vedere solo il tema dell’immigrazione come un problema, come una paura”.
I
vescovi chiedono di guardare intorno per incrociare mani e sguardi di credenti e di
donne e uomini di buona volontà. (mg)