2011-03-11 14:09:02

Libia: la Chiesa è impegnata ad infondere coraggio ai fedeli rimasti


“Vediamo quale sarà oggi la fisionomia della nostra comunità che si riunirà per celebrare la Messa della prima domenica di Quaresima” dice all’agenzia Fides mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, in Libia, raggiunto poco tempo prima di celebrare la Messa domenicale che qui viene anticipata al venerdì. “C’è paura ad avventurarsi per le strade, poi ci sono persone che abitano lontano, e non è sempre facile raggiungere la chiesa. Ho però fiducia che la gente verrà, perché sta prendendo coraggio, perché il fatto di pregare insieme infonde forza” dice Mons. Martinelli. Il vicario apostolico di Tripoli descrive così la comunità cattolica della capitale libica, ridottasi di numero dopo la partenza di diversi fedeli stranieri, soprattutto europei: “ormai i fedeli rimasti sono gli africani e i filippini, la maggior parte dei quali sono infermiere. A Tripoli vi sono circa 2mila infermiere filippine, in tutta la Libia saranno probabilmente circa 5mila. Vi sono poi i professori di inglese, alcuni sono rimpatriati, altri sono rimasti perché le scuole sono aperte, per lo meno in alcune zone di Tripoli. Cerchiamo di incoraggiarli a vivere questi momenti difficili alla luce della fede”. Dopo la partenza per l’Italia di 53 rifugiati eritrei, vi sono ancora migliaia di africani che si trovano in condizioni precarie, perché non vi sono enti internazionali che offrono loro un documento per lasciare il Paese. “Non siamo l’Unhcr (Alto Commissariato Onu per i Rifugiati). Quello che possiamo fare per queste persone è registrarle per facilitare eventualmente il riconoscimento di queste situazioni. Stiamo finendo di registrare gli eritrei, ne abbiamo registrati finora 2.500. Vi sono anche altri gruppi, come gli etiopici ed altri, di persone che vivono nel bisogno. Cerchiamo di aiutare in primo luogo coloro che hanno le necessità più gravi ed urgenti, soprattutto le famiglie con bambini” dice mons. Martinelli. Per quanto concerne la situazione della città, mons. Martinelli afferma: “A Tripoli si vive in un silenzio assoluto, direi quasi assurdo. La gente sta chiusa in casa. Oggi i negozi sono chiusi per rispetto del Venerdì di preghiera islamico. Ieri alcuni negozi avevano timidamente riaperto i battenti. Si vuole dare l’impressione di una vita normale, ma la situazione non è certo normale”. (R.P.)







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