I vescovi Usa erogano borse di studio destinate al continente africano
È da otto anni che i vescovi degli Stati Uniti, attraverso la colletta nazionale da
loro promossa con il Fondo di solidarietà per la Chiesa in Africa, sostengono progetti
nel continente con l’erogazione di circa 291 borse di studio per un valore complessivo
di sei milioni di euro. Negli anni, è stata finanziata l’educazione catechetica dei
laici in Namibia; la formazione di assistenti pastorali per i malati in Uganda; laboratori
su giustizia, pace e sviluppo nell’Africa occidentale; l’assistenza alle radio libere
cattoliche in Liberia; la formazione di insegnanti cattolici in Ghana e il centro
per giovani traumatizzati dalla guerra civile “The action of Thalita Kum” nella Repubblica
del Congo. Anche quest’anno, riferisce la Zenit, il progetto è stato lanciato: ha
come titolo “È possibile, unisciti a noi” e si concentra sulla promozione dell’educazione
come principale necessità pastorale dell’Africa orientale, obiettivo deciso sulla
base dei risultati di uno studio curato dalla Conferenza episcopale degli Usa in collaborazione
con la Mendoza school of business presso la University of Notre dame e le Conferenze
episcopali dell’area. “La Chiesa in Africa è benedetta da una fede radicata nella
speranza, raggiunta con la sopravvivenza in mezzo a sfide critiche e uniche che affronta
quotidianamente ogni parrocchia, ogni villaggio e ogni paese - ha detto mons. John
Ricard, vescovo di Pensacola-Tallahassee, in Florida, e presidente del Sottocomitato
per la Chiesa in Africa nato in seno all’episcopato – tutti i Paesi dell’Africa sono
ricchi di cultura, risorse e chiari valori umani”. Il presule, però, ha sottolineato
anche i problemi del continente, come l’Aids che minaccia la vita di milioni di persone,
la guerra, l’oppressione, la povertà estrema e la carestia: “La fede è ciò che sostiene
la gente che deve affrontare queste realtà”, ha concluso. (R.B.)