2011-03-10 16:06:52

Yemen. L’opposizione: no alla nuova Costituzione promessa dal presidente Saleh


L'opposizione parlamentare yemenita ha respinto la proposta lanciata dal presidente Ali Abdallah Saleh, che in un discorso alla nazione trasmesso dalla televisione di Stato, aveva promesso l'introduzione di una nuova Costituzione e di una nuova legge elettorale. “L'iniziativa è arrivata troppo tardi – ha detto il portavoce dell'opposizione Mohammad al-Sabri – e costituisce l'ultimo respiro del regime politico”. Il Paese rischia, dunque, di scivolare verso la guerra civile; situazione aggravata, inoltre, dalla poca attenzione della comunità internazionale e dalla presenza molto forte di al Qaeda in Yemen. Ma c’è il rischio che la rete terroristica guidata da Bin Laden prenda effettivamente il sopravvento nel Paese? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Maurizio Calvi, presidente del Centro Alti Studi - Lotta al Terrorismo:RealAudioMP3

R. – Non v’è dubbio che lo Yemen sia il Paese più esposto dal punto di vista della sicurezza internazionale per una forte presenza sia di jihadisti interni e soprattutto per un ruolo importante che al Qaeda, e quindi Bin Laden, si è ritratta in quell’area.

D. – Bisogna inoltre sottolineare che lo Yemen, pur essendo un piccolo Paese, sia strategico, perché è un punto di incontro tra la penisola arabica e il mondo africano. Il possibile sopravvento di Al Qaeda che ricadute avrebbe sugli equilibri internazionali?

R. – In questo momento stanno cambiando gli scenari di carattere internazionale - sta "saltando" la Libia; è "saltata" la Tunisia; l’Egitto è in una situazione ancora di massima insicurezza - quindi, la comunità internazionale è più esposta a questi processi che non al problema yemenita.

D. – Partendo dal presupposto che c’è un’assenza della comunità internazionale, non crede che sia un errore di valutazione?

R. – Credo che la comunità internazionale questo errore non lo compia. Ha comunque le antenne giuste per capire quello che sta accadendo nello Yemen e soprattutto le conseguenze che potrebbero nascere dall’esplosione anche di questa area, soprattutto dopo il mancato compromesso tra maggioranza e opposizione sempre in quell’area. Quindi, anche lo Yemen potrebbe saltare dal punto di vista istituzionale.

D. – Ammesso un possibile processo di democratizzazione anche in Yemen, a questo punto, l’unico Paese sotto il controllo di un regime che sembra inespugnabile è e resta l’Iran...

R. – Mantiene un processo interno molto forte e la spinta verso un processo di democratizzazione è meno vasta. Quindi, rimane affossato da questo processo istituzionale che è presente in Iran. E l’Iran può costituire e potrebbe determinare un’ulteriore spinta verso processi di insicurezza e quindi può allarmare ancora di più la comunità internazionale. (ap)







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