ROMA, 8 marzo 2011 L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR)
esprime apprezzamento per l’accoglienza data dal governo italiano ai migranti tunisini
che stanno giungendo sulle coste italiane. Dal 15 gennaio sono arrivati in Italia,
in particolare sulle coste di Lampedusa, oltre 8.000 persone dalla Tunisia. In maggioranza
si tratta di uomini giovani spinti da motivi economici, mentre una minoranza ha espresso
bisogno di protezione.
Con l’intensificarsi degli arrivi a Lampedusa, l’UNHCR
raccomanda di incrementare i trasferimenti verso altri centri in Italia al fine di
non creare tensioni nel centro di accoglienza dell’isola.
“Ritengo molto positivo
che l’Italia stia organizzando piani di intervento mirati a far fronte agli attuali
e futuri arrivi di persone provenienti dai paesi del Nord Africa”, ha affermato Laurens
Jolles, Delegato dell’UNHCR per il Sud Europa. Al momento il flusso maggiore di persone
in fuga dalla Libia - oltre 200.000 - è rivolto verso i paesi confinanti, principalmente
Tunisia ed Egitto. Si tratta di cittadini dei due paesi ma anche di lavoratori stranieri
che cercano di raggiungere i propri paesi d’origine.
“Nei prossimi tempi potrebbe
arrivare sulle coste italiane un numero consistente di persone. Questa situazione
rappresenta per l’Italia un’importante sfida che ci auguriamo venga sostenuta anche
dalla stessa Unione Europea”, ha aggiunto Jolles, sottolineando che l’Agenzia delle
Nazioni Unite per i Rifugiati ha già offerto la propria disponibilità a collaborare
nella gestione dell’eventuale emergenza.
Sul fronte internazionale l’UNHCR
ha accolto con soddisfazione la pronta reazione della comunità internazionale di prendere
parte allo sforzo logistico per facilitare l’evacuazione umanitaria dei lavoratori
stranieri fuggiti dalla Libia e giunti in Tunisia ma impossibilitati a raggiungere
casa. Anche l’Italia ha offerto il proprio sostegno in questo ambito mettendo a disposizione
voli per favorire i rimpatri.
L’UNHCR esorta gli stati, inclusa l’Italia,
a non dimenticare la drammatica situazione dei rifugiati africani bloccati in Libia
- eritrei, somali, sudanesi ed altri - che non riescono a mettersi in salvo e non
possono neanche rientrare nei paesi da cui sono fuggiti.
Ieri, 7 marzo, l’Agenzia
ha lanciato un appello di 32 milioni di dollari per sostenere le proprie operazioni
umanitarie di emergenza nella crisi libica. Questa cifra, che verrà utilizzata per
fornire protezione, per l’evacuazione di migliaia di persone bloccate in Egitto e
Tunisia e per fornire aiuti umanitari d’emergenza, fa parte di un appello globale
delle Nazioni Unite di 160 milioni di dollari.