2011-03-10 16:23:33

Tibet: il Dalai Lama annuncia il suo ritiro dalla politica


Il Dalai Lama ha annunciato ufficialmente oggi, nel giorno in cui il Tibet commemora il 52.mo anniversario dalla rivolta contro la Cina, la sua intenzione di abbandonare la vita politica e di lasciare il posto a un leader eletto democraticamente, restando, comunque, la guida spirituale dei tibetani. Diffidente Pechino che definisce l’annuncio “un trucco per ingannare la comunità internazionale”. Il servizio di Roberta Barbi:RealAudioMP3

Una decisione importante, ma non del tutto inaspettata, quella annunciata oggi dal Dalai Lama da Dharamsala, sede indiana del governo tibetano in esilio, di lasciare la vita politica per far posto a un successore eletto dal popolo restando, tuttavia, la guida spirituale del Tibet. Simbolica anche la scelta della data per l’annuncio ufficiale del suo addio: oggi, infatti, i tibetani celebrano il 52.mo anniversario della rivolta del 1959, schiacciata dall’esercito cinese, che costrinse il Dalai Lama alla fuga in India. La settimana prossima, inoltre, si aprirà la sessione del 140.mo parlamento tibetano in esilio in cui saranno approvati i dovuti emendamenti alla Carta dei tibetani in esilio per consentire il passaggio dei poteri nelle mani di un leader eletto democraticamente. Nel novembre scorso, in un’intervista, il 75enne leader tibetano aveva già detto che si sarebbe ritirato entro sei mesi e non aveva mancato di sottolineare quanto “la realtà di oppressione” presente in Tibet avesse generato “un profondo risentimento contro le politiche ufficiali”. Per verificare le reali condizioni di vita della popolazione, il Dalai Lama auspicava, quindi, una ripresa dell’invio di delegazioni dei tibetani in esilio nella regione, insieme con rappresentanti di organismi internazionali e sottolineava di aver rinunciato alla prospettiva dell’indipendenza del Tibet in cambio di una vera autonomia. “Usa la bandiera della religione per coprire le sue attività secessionistiche”, è stato il commento del governo cinese all’annuncio del ritiro, che ha definito “un trucco per ingannare la comunità internazionale”.







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