Etiopia. Scoppiano le violenze tra la maggioranza islamica e la minoranza cristiana
Violenti scontri fra cristiani e musulmani stanno insanguinando in questi giorni l’area
sud-ovest dell’Etiopia, dove, riferisce L’Osservatore Romano, decine di chiese ed
edifici cristiani sono stati dati alle fiamme. Circa quattromila fedeli, per lo più
protestanti, inoltre, hanno dovuto abbandonare Asendabo e Jimma Zone e ci sarebbe
anche una vittima appartenente alla Mekane Yesus Church. Il tutto, come ha confermato
anche la nunziatura apostolica da Addis Abeba, sarebbe iniziato una settimana fa,
il 2 marzo, con l’accusa da parte di un musulmano ad alcuni cristiani di aver dissacrato
una copia del Corano. Da questo episodio sono scaturite le violenze in una zona, in
verità, dove le frizioni tra le due comunità, la maggioranza islamica e la minoranza
cristiana, sono forti da tempo. Una piccola comunità evangelica composta da una trentina
di individui è stata costretta a lasciare la città, mentre altri cristiani sono stati
minacciati di morte o convertiti di forza all’islam. Un predicatore evangelico, Kassa
Awano, è stato ricoverato in gravi condizioni dopo essere stato attaccato. I vertici
delle comunità protestanti hanno chiesto alle autorità protezione soprattutto per
i soggetti più vulnerabili come le donne e i bambini, ma anche la polizia è stata
sopraffatta dagli aggressori. (R.B.)