Sri Lanka: l'impegno della Caritas per profughi e alluvionati
Profughi e alluvionati sono i gruppi che più stanno a cuore alla Caritas Sri Lanka.
Con un’attenzione particolare alle famiglie e ai bambini nei distretti settentrionali
e orientali del Paese, tra le zone più colpite dalle alluvioni e dalla guerra. “Completo
sviluppo dell’essere umano, costruzione della pace, guarigione e riconciliazione:
questi sono i punti essenziali su cui ci concentreremo” ha dichiarato all'agenzia
AsiaNews padre George Sigamony, direttore nazionale della Caritas Sri Lanka. Nelle
aree di Killinochchi e Mullathivu è già in cantiere la costruzione di 500-600 abitazioni,
con il sostegno economico della Caritas-Svizzera e della Caritas-Belgio. “Lo sviluppo
umano – spiega padre Sigamony – è un programma continuo, che la Caritas Sri Lanka
porta avanti da molti anni. Le famiglie di questo Paese sono state distrutte dalla
guerra, da cui solo adesso si stanno riprendendo. Questo significa che dobbiamo occuparci
degli sfollati interni (Idp – Internally Displaced People), che da tempo cercano di
ricominciare una nuova vita. E insieme a loro, del reinsediamento delle vittime delle
alluvioni e dell’educazione dei bambini”. Secondo l’ultimo censimento, ci sarebbero
ancora più di 327mila Idp in Sri Lanka, relativi al conflitto conclusosi nel maggio
2009. Almeno 195mila persone sarebbero tornate nelle loro zone, ma senza alcun tipo
di assistenza e protezione. Le alluvioni di gennaio hanno colpito almeno 1,25 milioni
di persone, 11 sono rimaste uccise e altre 3 sono ancora disperse. Solo nel mese di
gennaio più di 300mila srilankesi sono stati sfollati a causa delle inondazioni e
dalle piogge torrenziali che hanno distrutto le loro case. I distretti più colpiti
sono quelli di Bastticaloa, Trincomalee, Anuradhapura, Kandy, Badulla, Mannar, Chillaw
e Vanni, dove l’intervento della Caritas Sri Lanka è stato immediato. (R.P.)