Pubblicato il "Commento alla Lettera agli Ebrei", opera del cardinale Albert Vanhoye
E' stato presentato ieri alla Pontificia Università Gregoriana il commento alla “Lettera
agli Ebrei” del cardinale Albert Vanhoye, segretario emerito della Pontificia Commissione
Biblica e uno dei massimi biblisti contemporanei. Il volume, pubblicato simultaneamente
in quattro lingue, si presenta come uno degli studi più autorevoli sul testo biblico.
Il servizio di Michele Raviart:
Un capolavoro
di teologia e predicazione, commentato da uno dei più insigni esperti in materia.
E’ il “Commento alla lettera agli Ebrei” del cardinale Albert Vanhoye, summa di una
vita dedicata allo studio di questo scritto neotestamentario. Un’analisi retorica,
contenutistica e spirituale del testo biblico, che don Franco Manzi,
professore del Seminario arcivescovile di Milano nella Facoltà teologica dell’Italia
Settentrionale, ci aiuta a contestualizzare storicamente:
“Siamo molto
probabilmente intorno all'anno 67-68 e, quindi, durante le persecuzioni di Nerone
a Roma. Un autore anonimo - quasi sicuramente non Paolo, ma della cerchia missionaria
di Paolo - parla in un’assemblea eucaristica del 'sommo sacerdozio di Cristo', dicendo
come Gesù Cristo ha mediato il rapporto della nuova alleanza tra noi e Dio. E’ una
comunità verosimilmente mista e cioè di persone che credono in Gesù Cristo, ma provengono
in parte dal giudaismo e in parte dal paganesimo”.
Un testo, quindi,
che è una lettura cristologica della Rivelazione dell’Antico Testamento, che non viene
accantonato, ma diviene il mezzo attraverso il quale lo Spirito Santo parla ai cristiani
attraverso i secoli. È l’annuncio di una Nuova Alleanza, basata sulla solennità e
la semplicità del rito eucaristico, mentre in quelle comunità protocristiane, a cui
la lettera è rivolta, è ancora vivo il ricordo della maestosità dei culti giudaici
antichi. La Lettera agli Ebrei è un discorso di esortazione in cui si spiega come
l’istituzione del sacerdozio antico venga portata a compimento dal sacrificio personale
di Cristo. Il cardinale Albert Vanhoye, autore del volume:
“La
Lettera agli Ebrei è un’opera di grande importanza, perché rivela il sacerdozio di
Cristo. Un sacerdozio diverso dal sacerdozio antico, un sacerdozio che dà compimento
di tutto il disegno di Dio. La novità è enorme, perché invece di fare sacrifici di
animali uccisi, Gesù ha fatto il sacrificio personale, esistenziale, che ha trasformato
la natura umana. La natura di Cristo è diventa perfetta, sacerdotalmente, grazie alla
sua offerta”. (mg)