Libia. Ultimatum dei ribelli a Gheddafi: nessun processo se via dal Paese
72 ore di tempo per lasciare il Paese senza conseguenze. E’ l’ultimatum del Consiglio
Nazionale libico nei confronti di Muammar Gheddafi. E mentre si continua a combattere,
la tv di Stato di Tripoli ha negato qualsiasi tentativo di mediazione con i ribelli.
In questo scenario la comunità internazionale continua a premere sul rais affinché
cessino le violenze, ma intensi bombardamenti sarebbero in corso su Ras Lanuf, importante
terminale petrolifero libico controllato dai rivoltosi. Massimiliano Menichetti:
All'indomani
della decisione della Nato di studiare un'opzione militare per mettere la parola fine
alla guerra civile in atto in Libia, anche l'Organizzazione della Conferenza islamica
è favorevole alla creazione di una no fly zone. Resta, invece, l’impasse dell’Onu,
con Gran Bretagna e Francia che spingono per un’azione militare, mentre la Russia
è in posizione diametralmente opposta. La no fly zone è, comunque, una presa
di posizione molto forte, che agisce sulla sovranità del Paese. Ma è la strada giusta
da seguire?Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Ennio Di Nolfo,
professore emerito di Storia delle Relazioni internazionali presso l’Università di
Firenze:
R. – Ieri
sera, ho sentito in televisione Robert Gates, il ministro americano della Difesa americano
che diceva: “Noi non faremo nulla senza l’approvazione del Consiglio di sicurezza
delle Nazioni Unite”. Ma nel Consiglio di sicurezza le parti sono sufficientemente
divise: Francia e Gran Bretagna sono a favore della no-fly zone e di misure
militari piene. Russia, e verosimilmente anche Cina, sono invece ostili. Per ora gli
americani, a parole, sono i più intransigenti, ma con i fatti sono i più prudenti.
La cosa più paradossale di tutte è che è stata creata un’istituzione che studierà
i termini del problema e riferirà entro sette giorni. Ora, dato che hanno deciso ieri
“entro sette giorni”, significa entro lunedì prossimo e in questi sette giorni può
accadere di tutto. Sicchè, l’ipotesi di una no-fly zone in questo momento è
qualcosa di ipotetico, non ancora di realistico.
D. – Ecco, dobbiamo ricordare
che la no-fly zone”venne imposta per quanto riguarda l’Iraq. I risultati cui si
arrivò furono però fallimentari. C’è il rischio di un fallimento anche in questo caso?
R.
– Penso di sì, perché non capisco dove debba essere proibito il volo, dove debba essere
proibito il traffico e di quale traffico si tratti. Mi pare difficile individuare
persino l’oggetto della no-fly zone.
D. – Da più parti, si richiede massima
cautela, anche perché la situazione è in divenire e la sconfitta di Gheddafi non è
poi così scontata…
R. – Anzi, siccome Gheddafi ha armamenti più moderni, perché
era solito comprarseli – diciamo che aveva risorse finanziarie per comprarli – i ribelli
hanno armamenti che sono residuati del periodo in cui l’Unione Sovietica e soprattutto
l'allora Repubblica democratica tedesca rifornivano di armamenti l’esercito libico.
I ribelli possono usare quindi armamenti obsoleti, mentre invece Gheddafi ha a disposizione
quantomeno un’aviazione moderna, con la quale può fare grandi danni, pur non potendo
vincere sul terreno. (vv)