2011-03-08 19:21:23

Libia. Ultimatum dei ribelli a Gheddafi: nessun processo se via dal Paese


72 ore di tempo per lasciare il Paese senza conseguenze. E’ l’ultimatum del Consiglio Nazionale libico nei confronti di Muammar Gheddafi. E mentre si continua a combattere, la tv di Stato di Tripoli ha negato qualsiasi tentativo di mediazione con i ribelli. In questo scenario la comunità internazionale continua a premere sul rais affinché cessino le violenze, ma intensi bombardamenti sarebbero in corso su Ras Lanuf, importante terminale petrolifero libico controllato dai rivoltosi. Massimiliano Menichetti:RealAudioMP3


All'indomani della decisione della Nato di studiare un'opzione militare per mettere la parola fine alla guerra civile in atto in Libia, anche l'Organizzazione della Conferenza islamica è favorevole alla creazione di una
no fly zone. Resta, invece, l’impasse dell’Onu, con Gran Bretagna e Francia che spingono per un’azione militare, mentre la Russia è in posizione diametralmente opposta. La
no fly zone
è, comunque, una presa di posizione molto forte, che agisce sulla sovranità del Paese. Ma è la strada giusta da seguire?Salvatore Sabatino
lo ha chiesto a
Ennio Di Nolfo, professore emerito di Storia delle Relazioni internazionali presso l’Università di Firenze:RealAudioMP3


R. – Ieri sera, ho sentito in televisione Robert Gates, il ministro americano della Difesa americano che diceva: “Noi non faremo nulla senza l’approvazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. Ma nel Consiglio di sicurezza le parti sono sufficientemente divise: Francia e Gran Bretagna sono a favore della
no-fly zone
e di misure militari piene. Russia, e verosimilmente anche Cina, sono invece ostili. Per ora gli americani, a parole, sono i più intransigenti, ma con i fatti sono i più prudenti. La cosa più paradossale di tutte è che è stata creata un’istituzione che studierà i termini del problema e riferirà entro sette giorni. Ora, dato che hanno deciso ieri “entro sette giorni”, significa entro lunedì prossimo e in questi sette giorni può accadere di tutto. Sicchè, l’ipotesi di una
no-fly zone
in questo momento è qualcosa di ipotetico, non ancora di realistico.

D. – Ecco, dobbiamo ricordare che la
no-fly zone”venne imposta per quanto riguarda l’Iraq. I risultati cui si arrivò furono però fallimentari. C’è il rischio di un fallimento anche in questo caso?

R. – Penso di sì, perché non capisco dove debba essere proibito il volo, dove debba essere proibito il traffico e di quale traffico si tratti. Mi pare difficile individuare persino l’oggetto della
no-fly zone.

D. – Da più parti, si richiede massima cautela, anche perché la situazione è in divenire e la sconfitta di Gheddafi non è poi così scontata…

R. – Anzi, siccome Gheddafi ha armamenti più moderni, perché era solito comprarseli – diciamo che aveva risorse finanziarie per comprarli – i ribelli hanno armamenti che sono residuati del periodo in cui l’Unione Sovietica e soprattutto l'allora Repubblica democratica tedesca rifornivano di armamenti l’esercito libico. I ribelli possono usare quindi armamenti obsoleti, mentre invece Gheddafi ha a disposizione quantomeno un’aviazione moderna, con la quale può fare grandi danni, pur non potendo vincere sul terreno. (vv)







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