I "numeri" che raccontano lo Spirito: la realizzazione dell'Annuario Pontificio descritta
da mons. Vittorio Formenti
Sacerdoti che aumentano, vocazioni in “trend” positivo, continenti di recente evangelizzazione
più dinamici della vecchia Europa. C’è un piccolo numero di persone dietro i grandi
numeri della Chiesa mondiale. E il loro lavoro – tra grafici e tabelle – pur se oscuro
è in realtà la base ineludibile che rende possibile anzitutto al Papa e ai suoi collaboratori
la pianificazione di strategie pastorali efficaci. Nei giorni scorsi, mons. Vittorio
Formenti e il prof. Enrico Nenna, rispettivamente l’incaricato e il primo esperto
dell’Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa, hanno presentato al Papa i dati
principali contenuti nell’Annuario Pontificio 2011. Alessandro De Carolis ha
intervistato mons. Formenti, chiedendogli di illustrare l’attività del suo Ufficio:
R. – Ho questa
fortuna, questo dono di poter ogni anno presentare la prima copia dell’Annuario Pontificio
al Santo Padre, che è sempre interessato alla realtà numerica della Chiesa, perché
dalla realtà numerica si parte con la progettualità pastorale. D.
– In che modo il Papa e i suoi primi collaboratori in Curia hanno accolto gli esiti,
i risultati di questo vostro lavoro? R. – Quest’anno il Papa è stato
– direi – benevolmente impressionato soprattutto da un dato, che è quello dell’aumento
dei sacerdoti. Si pensi che dagli anni Sessanta fino alla fine del secolo scorso la
compagine sacerdotale nel mondo era in calo. Dal ’98, c’è stato un piccolissimo segno
positivo, anche se si trattava di poche unità. Nel Duemila, invece, abbiamo cominciato
con un aumento di circa 400 sacerdoti. Adesso, soprattutto durante l’Anno Sacerdotale,
abbiamo contato 1.400 sacerdoti in più nel mondo. E questo si accompagna a un piccolo
dettaglio numerico, ma importante: noi contiamo ogni anno i sacerdoti che purtroppo
lasciano il sacerdozio, ma contiamo anche i sacerdoti che riprendono a fare i preti
dopo tanti anni. Ebbene, nell’Anno Sacerdotale non solo abbiamo avuto meno defezioni
degli altri anni, ma abbiamo registrato il rientro di 460 sacerdoti, che avevano smesso
per vari motivi e che hanno ripreso il sacerdozio. Il Papa è stato molto, molto impressionato
e ben contento di questo dato.
D. – Tra i dati che avete fornito per
il 2011, quali sono quelli che, al vostro occhio di esperti, sono apparsi più rilevanti
rispetto al passato?
R. – Cito due numeri, perché sono molto importanti.
All’inizio del Pontificato di Giovanni Paolo II avevamo 68-69 mila seminaristi di
filosofia e teologia nel mondo. Nel 2009 – in base agli ultimi dati che abbiamo esaminato
– erano 117 mila. Però con un dato negativo: l’Europa, da sempre al vertice nel dare
nuovi sacerdoti, è passata invece al quarto posto nei continenti. Oggi, il primo posto
in questo senso lo riveste l’America, intesa come continente. Anche l’Asia, continente
dove i cattolici sono una piccola minoranza, sta dando veramente delle vocazioni solide
e ben preparate. L’Africa la diamo per "scontata", anche se soffre la mancanza di
formatori.
D. – Le cifre che vi permettono di raccontare in termini
assoluti e percentuali la situazione della Chiesa nel mondo vengono certamente estrapolate
da una massa più grande di dati. In che modo arrivate a definirle?
R.
– La raccolta dati attuale è stata un’intuizione e una preoccupazione di Paolo VI,
il quale ha voluto dare alla raccolta di dati un carattere scientifico. Dietro Paolo
VI c’è stata l’opera del prof. Nenna, che a tutt'oggi lavora con noi e che possiede
una grande mente di statistico. Di consueto, a gennaio noi mandiamo circa novemila
questionari nel mondo: parte direttamente e soprattutto alla Congregazione per il
Clero, parte attraverso le Nunziature apostoliche e quindi alle circoscrizioni, alle
diocesi, ecc. Una volta tornati, i questionari vengono letti criticamente, perché
si tratta anche di fare confronti comparati con i dati precedenti. Alla fine, vengono
assemblati e quindi pubblicati in parte nell’Annuario Pontificio - anche se l’Annuario
Pontificio privilegia soprattutto le persone - e parte nell’Annuarium Statisticum
Ecclesiaeche è in corso di stampa. C'è poi un dato, che è una novità: abbiamo
cominciato a raccogliere i dati anche attraverso l’uso dell’e-mail. Inoltre, è ormai
pronto il programma per inserire tutti i dati e anche l’Annuario Pontificio in Internet.
E’ stato già sperimentato l’uso di Internet in questa direzione con la Segreteria
di Stato: il test è andato bene e quindi adesso siamo pronti per usare gli strumenti
più moderni della comunicazione. Pensiamo di essere alla vigilia di questo passo.
D. – La Chiesa è il luogo dello spirito per eccellenza: cosa vuol dire
servirla, per lei e per il suo Ufficio, usando ciò che all’apparenza sembrerebbe stare
agli antipodi e cioè i numeri?
R. – Amo dire che il mio ufficio ha un
fondamento biblico: San Luca, nel secondo capitolo degli Atti degli Apostoli, dice
che la sera di Pentecoste sono state battezzate tremila persone. Quindi, evidentemente
è importante: i numeri sono sempre aridi, ma hanno una loro immediatezza di comunione.
Pensare che nel mondo vi è un miliardo e 200 milioni di battezzati dà l’idea dell'estensione
del Corpo mistico - perché questo è la Chiesa evidentemente - ma anche di quale sia
tutta la sua potenzialità, la forza della presenza della Chiesa ad esempio in tutte
le attività di servizio ai poveri, le attività culturali, le università. Per cui viene
fuori veramente un mondo che molti ci invidiano. E noi siamo così orgogliosi di questo.
(mg)