2011-03-08 13:16:20

I "numeri" che raccontano lo Spirito: la realizzazione dell'Annuario Pontificio descritta da mons. Vittorio Formenti


Sacerdoti che aumentano, vocazioni in “trend” positivo, continenti di recente evangelizzazione più dinamici della vecchia Europa. C’è un piccolo numero di persone dietro i grandi numeri della Chiesa mondiale. E il loro lavoro – tra grafici e tabelle – pur se oscuro è in realtà la base ineludibile che rende possibile anzitutto al Papa e ai suoi collaboratori la pianificazione di strategie pastorali efficaci. Nei giorni scorsi, mons. Vittorio Formenti e il prof. Enrico Nenna, rispettivamente l’incaricato e il primo esperto dell’Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa, hanno presentato al Papa i dati principali contenuti nell’Annuario Pontificio 2011. Alessandro De Carolis ha intervistato mons. Formenti, chiedendogli di illustrare l’attività del suo Ufficio:RealAudioMP3

R. – Ho questa fortuna, questo dono di poter ogni anno presentare la prima copia dell’Annuario Pontificio al Santo Padre, che è sempre interessato alla realtà numerica della Chiesa, perché dalla realtà numerica si parte con la progettualità pastorale.
D. – In che modo il Papa e i suoi primi collaboratori in Curia hanno accolto gli esiti, i risultati di questo vostro lavoro?
R. – Quest’anno il Papa è stato – direi – benevolmente impressionato soprattutto da un dato, che è quello dell’aumento dei sacerdoti. Si pensi che dagli anni Sessanta fino alla fine del secolo scorso la compagine sacerdotale nel mondo era in calo. Dal ’98, c’è stato un piccolissimo segno positivo, anche se si trattava di poche unità. Nel Duemila, invece, abbiamo cominciato con un aumento di circa 400 sacerdoti. Adesso, soprattutto durante l’Anno Sacerdotale, abbiamo contato 1.400 sacerdoti in più nel mondo. E questo si accompagna a un piccolo dettaglio numerico, ma importante: noi contiamo ogni anno i sacerdoti che purtroppo lasciano il sacerdozio, ma contiamo anche i sacerdoti che riprendono a fare i preti dopo tanti anni. Ebbene, nell’Anno Sacerdotale non solo abbiamo avuto meno defezioni degli altri anni, ma abbiamo registrato il rientro di 460 sacerdoti, che avevano smesso per vari motivi e che hanno ripreso il sacerdozio. Il Papa è stato molto, molto impressionato e ben contento di questo dato.

D. – Tra i dati che avete fornito per il 2011, quali sono quelli che, al vostro occhio di esperti, sono apparsi più rilevanti rispetto al passato?

R. – Cito due numeri, perché sono molto importanti. All’inizio del Pontificato di Giovanni Paolo II avevamo 68-69 mila seminaristi di filosofia e teologia nel mondo. Nel 2009 – in base agli ultimi dati che abbiamo esaminato – erano 117 mila. Però con un dato negativo: l’Europa, da sempre al vertice nel dare nuovi sacerdoti, è passata invece al quarto posto nei continenti. Oggi, il primo posto in questo senso lo riveste l’America, intesa come continente. Anche l’Asia, continente dove i cattolici sono una piccola minoranza, sta dando veramente delle vocazioni solide e ben preparate. L’Africa la diamo per "scontata", anche se soffre la mancanza di formatori.

D. – Le cifre che vi permettono di raccontare in termini assoluti e percentuali la situazione della Chiesa nel mondo vengono certamente estrapolate da una massa più grande di dati. In che modo arrivate a definirle?

R. – La raccolta dati attuale è stata un’intuizione e una preoccupazione di Paolo VI, il quale ha voluto dare alla raccolta di dati un carattere scientifico. Dietro Paolo VI c’è stata l’opera del prof. Nenna, che a tutt'oggi lavora con noi e che possiede una grande mente di statistico. Di consueto, a gennaio noi mandiamo circa novemila questionari nel mondo: parte direttamente e soprattutto alla Congregazione per il Clero, parte attraverso le Nunziature apostoliche e quindi alle circoscrizioni, alle diocesi, ecc. Una volta tornati, i questionari vengono letti criticamente, perché si tratta anche di fare confronti comparati con i dati precedenti. Alla fine, vengono assemblati e quindi pubblicati in parte nell’Annuario Pontificio - anche se l’Annuario Pontificio privilegia soprattutto le persone - e parte nell’Annuarium Statisticum Ecclesiae che è in corso di stampa. C'è poi un dato, che è una novità: abbiamo cominciato a raccogliere i dati anche attraverso l’uso dell’e-mail. Inoltre, è ormai pronto il programma per inserire tutti i dati e anche l’Annuario Pontificio in Internet. E’ stato già sperimentato l’uso di Internet in questa direzione con la Segreteria di Stato: il test è andato bene e quindi adesso siamo pronti per usare gli strumenti più moderni della comunicazione. Pensiamo di essere alla vigilia di questo passo.

D. – La Chiesa è il luogo dello spirito per eccellenza: cosa vuol dire servirla, per lei e per il suo Ufficio, usando ciò che all’apparenza sembrerebbe stare agli antipodi e cioè i numeri?

R. – Amo dire che il mio ufficio ha un fondamento biblico: San Luca, nel secondo capitolo degli Atti degli Apostoli, dice che la sera di Pentecoste sono state battezzate tremila persone. Quindi, evidentemente è importante: i numeri sono sempre aridi, ma hanno una loro immediatezza di comunione. Pensare che nel mondo vi è un miliardo e 200 milioni di battezzati dà l’idea dell'estensione del Corpo mistico - perché questo è la Chiesa evidentemente - ma anche di quale sia tutta la sua potenzialità, la forza della presenza della Chiesa ad esempio in tutte le attività di servizio ai poveri, le attività culturali, le università. Per cui viene fuori veramente un mondo che molti ci invidiano. E noi siamo così orgogliosi di questo. (mg)







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