Per la Quaresima, il Papa ci chiede di riscoprire la bellezza di Dio: la riflessione
dell'arcivescovo Bruno Forte
La Chiesa si appresta a vivere il tempo forte della Quaresima. Mercoledì prossimo,
nel pomeriggio, il Papa celebrerà la Messa con il rito di benedizione e di imposizione
delle Ceneri, nella Basilica romana di Santa Sabina. Sul Messaggio di Benedetto XVI
per la Quaresima, incentrato sul tema “Con Cristo siete sepolti nel Battesimo, con
Lui siete anche risorti”, Federico Piana ha raccolto la riflessione dell’arcivescovo
di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte:
R. – Il Papa
si pone veramente come mistagogo: il mistagogo, nella Chiesa antica, è il pastore,
il vescovo che ci introduce a scoprire la bellezza di Dio attraverso la grazia dei
Sacramenti, in cui questa bellezza ci viene comunicata. Nel messaggio di questa Quaresima
2011 è il Sacramento del Battesimo che il Papa ci presenta e ce lo presenta nella
sua realtà più profonda e dinamica, che è quella di una partecipazione alla Pasqua
di Cristo: “Con Cristo siete sepolti nel Battesimo e con Lui siete anche risorti”.
Tutta la vita cristiana è una vita pasquale ed è una vita battesimale. Fare memoria
del nostro Battesimo non è una operazione di “archeologia spirituale”; in realtà si
tratta di riattualizzare l’incontro col Signore Gesù, che è il segreto e la bellezza
della nostra vita.
D. – C’è un passo molto bello: “Il nostro immergerci
– dice il Papa – nella morte e nella Risurrezione di Cristo, attraverso il Sacramento
del Battesimo, ci spinge ogni giorno a liberare il nostro cuore dal peso delle cose
materiali, da un legame egoistico con la terra”. Questo è importante, per vivere bene
anche la Pasqua?
R. – Sì, anche perché il Papa legge, in prospettiva
non moralistica né semplicemente ascetica, le tre grandi vie dell’impegno quaresimale
ed esattamente il digiuno, la preghiera e l’elemosina. Precisamente in rapporto –
ad esempio – all’elemosina, egli fa capire come questo spogliarci del superfluo, questo
renderci disponibili al bisogno degli altri - e quanti sono i bisogni, in questo momento
di difficoltà e di crisi nel villaggio globale e anche nella nostra Italia - è una
partecipazione allo spogliamento di Cristo, alla sua morte e alla sua Risurrezione
e quindi un assimilarsi a Lui.
D. – “Alla base della tentazione –il
Papa dice - c’è il diavolo, che è all’opera e non si stanca, neppure oggi, di tentare
l’uomo che vuole avvicinarsi al Signore”…
R. – Il Papa è estremamente
realista. Il diavolo è una presenza e per chi conosce le Scritture. E' perfino evidente
che il congedo dal diavolo, di cui qualche esegeta aveva voluto parlare negli anni
Settanta, era una operazione razionalistica e assolutamente lontana dalla fede della
Chiesa e dalla testimonianza biblica, dove – anzi – ci viene presentata la lotta di
Gesù col demonio e la vittoria di Gesù su Satana come Buona Novella. Questo che cosa
vuol dire? Vuol dire che c’è un mistero di male e di male radicale che agisce in questo
mondo, certamente subordinato al primato e alla sovranità di Dio. Questo mistero nella
tradizione biblica e nella fede della Chiesa ha anche una configurazione personale,
nella figura appunto di Satana, dell’avversario, del maligno che cerca di separarci
da Dio, come dice proprio il suo nome: “diabolo” è colui he separa, che divide. Ora,
l’illusione della inesistenza del demonio ci rende assolutamente indifesi davanti
a lui e come diceva André Gide: “L’astuzia più sottile del demonio è di far credere
che non esista”. (mg)