Cresce l’emergenza immigrazione a Lampedusa. Nelle ultime ore giunti almeno 1000 immigrati
dal nord Africa
Alla crisi libica si affianca una sempre più grave emergenza umanitaria. Le Nazioni
Unite si preparano ad assistere fino a 200 mila profughi che potrebbero ancora fuggire
dalla Libia e che si sommerebbero ai 200 mila che hanno già abbandonato il Paese.
Inoltre, circa 600 mila persone potrebbero aver bisogno di aiuti all'interno della
Libia. Delle immediate necessità e dell’assistenza già in atto, Fausta Speranza ha
parlato con Paolo Beccegato, responsabile dell’area internazionale della Caritas italiana:
Ed è di nuovo
emergenza a Lampedusa, l'isola italiana del Sud. Nelle ultime ore almeno 10 natanti
sono approdati a Lampedusa con oltre mille immigrati a bordo. “Tutto ciò dimostra
che l'allarme che abbiamo lanciato era assolutamente fondato”. Così il ministro dell’Interno
italiano, Maroni. Rischia dunque nuovamente il collasso il centro di accoglienza anche
se sono iniziati i trasferimenti verso Crotone e Porto Empedocle. Domani il commissario
straordinario per l’emergenza immigrati, Giuseppe Caruso, prefetto di Palermo, visiterà
il centro e incontrerà il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, e i rappresentanti
delle forze dell’ordine. A Pantelleria invece 7 migranti sono stati bloccati a terra
dai carabinieri subito dopo il loro arrivo. Su quanto sta accadendo, Debora Donnini
ha sentito Laura Boldrini, portavoce dell’Acnur, l’Alto Commissariato dell’Onu
per i Rifugiati:
R. - Sono
arrivate circa 1.000 persone: sicuramente un numero importante, ma bisogna anche inquadrare
la crisi dei Paesi del Nord Africa. Quindi, abbiamo 100 mila persone fuggite dalla
Libia in Tunisia, principalmente tunisini ed egiziani, e altrettante 100 mila in Egitto,
principalmente egiziani e persone di altri Paesi. In questa situazione non vi è poi
da meravigliarsi se qualche migliaia di persone arrivino anche in Italia.
D.
– Qual è la situazione in questo momento a Lampedusa?
R. – E’ certo
che il centro deve essere decongestionato: già questa mattina sono partite le prime
164 persone, una parte per la Sicilia, una parte per Crotone. Quindi, nel centro ci
sono 1090 persone. Durante il giorno ci saranno altri voli, altri trasferimenti. Sarebbe
opportuno rimanere sotto la soglia delle 850, che è la capienza del centro di accoglienza.
D.
– Voi come Unhr vi aspettate, appunto, che con il bel tempo l’emergenza sbarchi continuerà?
R.
– Noi lo abbiamo sempre detto che ci potrebbero essere arrivi, anche consistenti,
ed è giusto essere pronti a qualsiasi evenienza. Tanto più che nei Paesi limitrofi,
stanno vivendo una situazione ben più allarmante: per adesso, dalla Libia, non è partito
nessuno verso l’Italia; chi è arrivato in Italia è partito direttamente dalla Tunisia,
quella Tunisia che sta ospitando 100 mila profughi – a questo punto - che stanno arrivando
dall’interno della Libia.
D. – Coloro che sono arrivati in Italia in
questi ultimi sbarchi sono per lo più tunisini?
R. – Sono tutti tunisini:
ragazzi e giovani, la maggior parte dice di essere venuta perché non crede nel cambiamento
nel Paese; teme ripercussioni sul turismo; sostiene che per loro è il momento di andare
fuori a cercare migliori condizioni di lavoro; e, vogliono andare quasi tutti in Francia.
Poi, ci sono anche persone che hanno paura di stare nel Paese, perché temono la situazione:
temono l’insicurezza, i disordini e questi sono quelli che stanno facendo la domanda
di asilo. (ma)