Costa Rica: invito alla calma della Chiesa per la sentenza dell’Aja sui confini con
il Nicaragua
Ieri, nel corso della Santa Messa nella cattedrale di San José, capitale della Costa
Rica, mons. Hugo Barrantes, arcivescovo metropolitano ha lanciato, alla presenza del
Presidente della Repubblica Laura Chinchilla, un accorato appello alla “calma e alla
serenità” indirizzato anche al popolo fratello del Nicaragua. L’arcivescovo ricordando
che domani 8 marzo la Corte Internazionale de L’Aja dovrebbe rendere pubblico il suo
verdetto sui confini tra i due Paesi che da alcuni mesi polemizzano sulla sovranità
di una parte del fiume San Juan. La stessa signora Chinchilla, condividendo le parole
del presule, ha chiesto a tutti “la massima disponibilità ad accogliere la sentenza
con rispetto e calma. Occorre da parte di tutti, prudenza e buon senso”, ha aggiunto
la Presidente. Il governo della Costa Rica, dopo alcuni incidenti sul fiume San Juan
nell’ottobre scorso, ha chiesto alla Corte Internazionale una risoluzione al riguardo
accusando il governo del Nicaragua di aver violato la sovranità costaricense e di
aver causato gravi danni ambientali con il progetto di canale artificiale tra il suddetto
fiume e i Caraibi. Alcune settimane fa i vescovi della Costa Rica avevano espresso
“preoccupazione e angoscia” ricordando che si tratta di due popoli fratelli che, oltre
ai confini, condividono anche “storie e aneliti”. I presuli incoraggiavano il governo
del Costa Rica a continuare sul sentiero del dialogo diplomatico “fedele alle tradizioni
civiche del Paese e dunque convinto che la risoluzione dei conflitti si raggiunge
usando la via diplomatica, il dialogo e il rispetto del diritto internazionale”. Da
parte sua, l’arcivescovo di Managua, in Nicaragua, mons. Leopoldo Brenes, nel novembre
scorso, durante una visita in Costa Rica e dopo un incontro con la signora Laura Chinchilla
aveva rilevato la necessità di "lavorare serenamente sulla demarcazione dei confini”.
Il presule nicaraguense ha aggiunto: "il Costa Rica ritiene che si possa porre fine
a questo conflitto attraverso la negoziazione e il dialogo, liberando la zona dai
militari e noi siamo d’accordo”. (A cura Luis Badilla)