Il messaggio della Pontificia Commissione per l’America Latina per la Giornata Ispanoamericana
Come da tradizione, ogni prima domenica di marzo le diocesi spagnole osservano la
“Giornata Ispanoamericana”, promossa dall’Opera di cooperazione sacerdotale ispanoamericana
(Ocsha) con l’obiettivo di mantenere vivo l’impegno missionario della Chiesa in Spagna
a favore delle Chiese sorelle dell’America Latina. In un messaggio diffuso in vista
dell’evento - quest’anno sul tema “Giovani missionari per un Continente giovane” -
il cardinale Marc Ouellet, presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina,
e il vicepresidente dell’istituto, mons. Octavio Ruiz Arenas, sviluppano una riflessione
sulla ricerca di senso da parte dei giovani, alla luce della domanda rivolta a Gesù
dal giovane ricco “Che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?” (Mc 10,17).
Una domanda multiforme – spiega il documento – che si manifesta come desiderio esplicito
di incontrare Dio, ricerca di un significato esistenziale più alto. Alcuni credono
di aver incontrato questo significato definitivo nelle realtà mondane, ponendo a tacere
la voce della coscienza - argomenta il testo del messaggio - ma di fronte alle false
offerte di felicità, la Chiesa, “esperta in umanità” ricorda la “vera risposta che
solo il Maestro possiede: Egli stesso, la persona stessa di Gesù Cristo”. Citando
il Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Gioventù del 2010, la
Pontificia Commissione per l’America Latina evoca le parole del Signore al giovane
ricco, “Vieni e seguimi”: “Una proposta d’amore”, che può solo realizzarsi nella vocazione
alla vita cristiana, vissuta come autentica risposta di amore. Con uno “sguardo speciale”
rivolto ai giovani – continua il documento - oggi come allora il Signore li invita
ad essere “suoi discepoli e missionari nel mondo”, chiamando alcuni a seguirLo più
da vicino e a consacrare la loro vita all’annuncio del Regno di Dio. Il testo affronta
quindi un’ampia riflessione sul senso del sacerdozio nel tempo presente, a partire
da un’omelia dell’allora cardinale Ratzinger, prefetto della Congregazione per la
Dottrina della Fede, nella quale si evidenziava come il mondo abbia bisogno di pastori
che si preoccupino dell’anima dell’uomo e lo aiutino a non perderla nel frastuono
quotidiano. Oggi più che mai – osservano ancora gli autori del Messaggio – il sacerdote
è nel mondo “segno di contraddizione” e “la sua opzione per un cammino di rinuncia
e donazione radicale può solo essere spiegata dalla straordinaria forza di attrazione
che esercita sui giovani la chiamata personale di Gesù Cristo”. Ciò che meglio definisce
il sacerdote è il suo “essere discepolo e missionario, lo stare con Lui ed essere
inviato da Lui” – aggiunge il testo, che con questa esortazione si conclude: “Eleviamo
dunque al Signore, con l’intercessione di Maria Santissima, una preghiera speciale
per tutti i sacerdoti, specialmente per quanti si trovano nel bisogno e per coloro
che sono perseguitati per il nome di Cristo. La nostra preghiera perseverante sia
anche rivolta al Padrone della Messa, affinché mandi operai sempre più numerosi a
lavorare nella sua vigna”. (C.D.L.)