“Un altro passo nel dialogo”: così la Comunità ebraica sul secondo volume del Papa
su Gesù
Con l’ultimo libro del Papa su Gesù di Nazareth “Prosegue quel processo di riconciliazione
iniziato nel 1965 con la dichiarazione Nostra aetate”, anche perché nell’opera “viene
ribadita con forza l’infondatezza dell’accusa di deicidio che per secoli è stata usata
per diffondere odio nei confronti degli ebrei”. Così Renzo Gattegna, presidente dell’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei), in una intervista sul Corriere della Sera
del 4 marzo, commenta le anticipazioni sul secondo volume del saggio di Benedetto
XVI “Gesù di Nazaret. Dall’ingresso a Gerusalemme fino alla risurrezione”, pubblicate
sull’Osservatore Romano. “Nei rapporti fra ebraismo e cristianesimo molto è stato
fatto, ma molto resta ancora da fare. Siamo in un mondo in continua evoluzione; la
situazione di oggi non è più paragonabile con il passato” osserva Gattegna che evidenzia
i numerosi punti di contatto fra le due religioni monoteiste: “Siamo partiti da comuni
origini; ai primordi del cristianesimo le catacombe di Roma venivano frequentate anche
dagli ebrei. Oggi le sfide più impegnative del mondo vedono ebrei e cristiani dalla
stessa parte; ci avvicina il monoteismo, la lotta contro l’idolatria, intesa come
la liberazione dell’umanità dalla tentazione dei falsi valori e da stili di vita che
arrivano fino all’autolesionismo, la lotta contro il fanatismo e l’intolleranza, una
chiara presa di posizione per la laicità dello Stato”. Il presidente dell’Ucei ha
evidenziato che, per un futuro di dialogo fra cristiani ed ebrei, “è indispensabile”
fare coraggiosi e decisivi passi avanti nella reciproca comprensione, verso un rapporto
impostato sulla pari dignità e sul rispetto, e che “il passo ulteriore sta anche in
un serio, impegnativo e approfondito lavoro teologico”. Analogo apprezzamento per
il volume del Papa – si legge ancora sul quotidiano della Santa Sede - emerge dalle
parole del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che in una lettera inviata
a Benedetto XVI scrive: “La ringrazio per aver rigettato nel suo libro la falsa affermazione
che è stata usata come base per l’odio contro gli ebrei nel corso di centinaia di
anni”. E commenti positivi sono espressi anche dall’Ambasciata d’Israele presso la
Santa Sede: “Accogliamo con tutto il cuore l’enfasi rimarcata dal Papa nel suo nuovo
libro, in cui solleva gli ebrei dalla responsabilità per la morte di Gesù — si legge
in un comunicato stampa — è una conferma della ben nota posizione del Papa a favore
del Popolo Ebraico e dello Stato d’Israele. Non dovremmo dimenticare che senza la
Nostra Aetate non ci sarebbe stato un processo di riconciliazione tra ebrei e cattolici
da una parte e Santa Sede e Israele dall’altra”. L’atteggiamento positivo del Papa
– è l’auspicio dell’ambasciatore Mordechay Lewy – “sia di ispirazione per più di un
miliardo di cattolici sparsi in tutto il mondo”. (C.D.L.)