2011-03-05 14:31:36

Usa: la Chiesa in aiuto dei cattolici dei Paesi ex comunisti dell’Est Europa


L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che la Chiesa dell’Europa dell’Est, nei Paesi ex comunisti, si trova ancora in uno stato di grave necessità: la campagna lanciata dalla Chiesa degli Stati Uniti in favore dei cattolici dell'Europa centrale e orientale si chiama “Great Needs Remain” (“Continuano ad esserci grandi necessità”) e intende risvegliare le coscienze sull'impoverimento della Chiesa in quella regione, gravata da “l'invecchiamento delle strutture fisiche, il finanziamento insufficiente e la mancanza di personale laico e religioso adeguatamente qualificato”. Lo si legge in un comunicato ufficiale della Conferenza dei vescovi degli Stati Uniti ripreso dall'agenzia Zenit, che trova sostegno nelle parole del cardinale Justin Rigali, arcivescovo di Philadelphia e presidente del sottocomitato della Conferenza per l'Aiuto alla Chiesa nell'Europa Centrale e Orientale, il quale ha ribadito che “il nostro aiuto è fondamentale per la crescita e il rafforzamento della Chiesa in quelle regioni”. Lo scorso anno, con le donazioni raccolte, il sottocomitato è riuscito ad assegnare 112 borse di studio a studenti di quella regione d’Europa, ed ha offerto 6,3 milioni di dollari per finanziare 314 progetti in 21 Paesi. Ad esempio, sono stati inviati fondi per aiutare a riparare il sistema di riscaldamento di un convento di clarisse a Przasnysz, in Polonia, dove 22 religiose si sono ammalate gravemente per il freddo dei rigidi inverni della zona. Ma molte restano le situazioni di grave necessità, come quella dell’Albania, dove – riferisce Declan Murphy, direttore della raccolta di donazioni – l'“eredità comunista” rispetto alla religione, e “concretamente alla Chiesa cattolica”, è terribile, e dove “il 95% dei luoghi di culto del Paese è stato abbattuto o trasformato per usi secolari. La Cattedrale cattolica di Shkoder, ad esempio, è stata usata come stadio sportivo” ha spiegato, ma “il costo umano è stato ancor maggiore: nel 1944 in Albania c'erano 300 sacerdoti cattolici. Dopo la caduta del comunismo ne restavano 30. Attualmente l'antica comunità cattolica dell'Albania, che risale ai tempi di San Paolo, è di nuovo un territorio di missione eroica in cui i vescovi e i sacerdoti lavorano duramente per una rinascita del cattolicesimo - ha concluso Murphy - serviranno decenni per poter riparare i danni”. (C.D.L.)







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