2011-03-04 14:15:00

Pakistan: ancora violenze anticristiane. Il Consiglio delle Chiese scrive al premier Gilani


Non accenna a placarsi la tensione interreligiosa in Pakistan, dove i cristiani continuano a essere oggetto di attacchi violenti in un clima esacerbato anche dagli omicidi del governatore Salman Taseer e del ministro per le Minoranze, il cattolico Shahbaz Bhatti, e temono il riacuirsi di atti violenti in nome della legge sulla blasfemia. Ci sono villaggi nell’area del Punjab, ad esempio, in cui la minoranza cristiana locale deve sottostare ai soprusi di piccoli latifondisti che sottraggono loro la terra acquistata con i risparmi di una vita, con la complicità degli amministratori locali e l’inerzia delle forze di polizia. L'agenzia AsiaNews ha raccolto in merito diverse testimonianze: le più drammatiche arrivano da Kot Addu, città nel distretto di Muzaffargarh, nel sud del Punjab, già l’anno scorso teatro di forti discriminazioni nella distribuzione degli aiuti dopo le alluvioni. In questi giorni, qui, sono stati occupati senza diritto negozi, campi e un cimitero cristiano, è stata minacciata la popolazione locale, sono state dissacrate Bibbie e croci e demolite 150 tombe e si teme che la situazione possa degenerare come a Gojra nell’agosto 2009. La polizia ha respinto le denunce dei cristiani motivando, stando a quanto raccontato dalle vittime, con l’illegalità dell’occupazione di terreno da parte dei cristiani per costruirvi chiese e tombe. Preoccupazione per tali situazioni di vulnerabilità è stata espressa dal segretario generale del Consiglio Mondiale delle Chiese (Wcc), Olav Fyske Tveit, che, riporta l'agenzia Sir, ha scritto una lettera al primo ministro pakistano Gilani, sollecitandolo a “non farsi scoraggiare dai crimini violenti e a garantire alle minoranze sicurezza e protezione”. Il Wcc è un organismo che riunisce 349 chiese di tradizione anglicana, ortodossa e protestante. (R.B.)







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